UE: programma comune di reinsediamento per i rifugiati/Asgi

10 Set 2009

La Commissione ha reso nota la proposta di istituire un “programma comune di reinsediamento UE”, volto a trasformare il reinsediamento all’interno dell’Unione in uno strumento più efficace per offrire protezione ai rifugiati, aumentando la cooperazione politica e pratica tra gli Stati membri.

Il comunicato stampa

Il vicepresidente Jacques Barrot, commissario responsabile per il portafoglio Libertà, sicurezza e giustizia, ha dichiarato: “oggi la Commissione compie un passo importante, che dimostra una solidarietà concreta con i paesi terzi che ospitano alti numeri di rifugiati”.

La grande maggioranza dei rifugiati nel mondo si trova in luoghi molto lontani dall’UE: in paesi vicini ai loro paesi di origine, o nella stessa regione, in Africa, in Asia o nel Medio Oriente. I paesi ospitanti sono spesso paesi in via di sviluppo, dotati di risorse limitate e incapaci di assorbire alti numeri di rifugiati. Il ritorno al paese di origine è chiaramente la soluzione preferita per la maggior parte dei rifugiati nel mondo. Il reinsediamento interviene come estrema risorsa, quando il rifugiato non può tornare nel paese di origine né rimanere nel paese terzo ospitante in condizioni di sicurezza. Molti di questi casi riguardano persone vulnerabili, come bambini, donne sole con figli, rifugiati che hanno subito traumi o che sono gravemente malati.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) stima che, dei circa 10 milioni di rifugiati nel mondo, 203 000 avranno necessità di essere reinsediati nel solo 2010. Nel 2008 alcuni Stati hanno offerto la possibilità di reinsediarsi a circa 65 000 rifugiati, dei quali 4 378, pari al 6,7 %, sono stati reinsediati in uno dei paesi dell’UE. Le esigenze di reinsediamento stanno crescendo senza un aumento corrispondente dei posti resi disponibili dagli Stati, e si prevede che il divario crescerà ulteriormente se la comunità internazionale non si impegnerà in modo concertato.

Il reinsediamento di rifugiati provenienti da paesi terzi nell’UE va quindi distinto dal reinsediamento di rifugiati da uno Stato membro a un altro per scopi di solidarietà intracomunitaria, riguardo al quale la Commissione sta prendendo altre iniziative: ad esempio, un progetto pilota per trasferire beneficiari di protezione internazionale da Malta ad altri Stati membri.

Il contenuto del “programma comune di reinsediamento UE”

In tale contesto, il “programma comune di reinsediamento UE” mira a trasformare il reinsediamento nell’Unione in uno strumento più efficace per fornire protezione ai rifugiati. Attualmente 10 Stati membri partecipano ogni anno al reinsediamento, mentre altri effettuano reinsediamenti ad hoc. Tutte queste attività sono svolte senza un impegno significativo in termini di consultazione e coordinamento tra gli Stati membri.

Il programma proposto dalla Commissione prevede una più stretta cooperazione politica e pratica tra gli Stati membri, in modo da aumentare l’efficacia e la convenienza delle attività di reinsediamento, ma anche la loro incidenza umanitaria e strategica. Si prevede un meccanismo che consenta di definire priorità annuali comuni per il reinsediamento e un uso più efficace dell’assistenza finanziaria a disposizione degli Stati membri attraverso il Fondo europeo per i rifugiati.

Varie attività collegate all’identificazione dei rifugiati da reinsediare e alla loro accoglienza saranno svolte congiuntamente dagli Stati membri e saranno sostenute dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo. Gli Stati membri resteranno liberi di decidere se partecipare o meno al reinsediamento e, in caso positivo, quanti rifugiati reinsediare.

Fonte: Sito dell’Unione europea

Dal sito dell’Asgi

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