22 Apr 2020 appalti, caporalato, infiltrazioni malavitose, inl, lavoro illegale, lavoro irregolare, lavoro sommerso, legalità, patto per il lavoro, personale ispettivo, regione emilia romagna, sfruttamento,
Un avvio di primavera drammatizzato dalle emergenze sanitarie ed inscurito dalla uscita dell’ultimo Report dell’Istituto Nazionale del Lavoro (INL), sugli esiti pesanti delle attività di vigilanza dentro ai posti di lavoro.
Sembrano parole del sindacato, ma anche l’Ente statale sui controlli ispettivi, apre la sua pesante relazione sui risultati 2019, rilevando “…diffusione di fenomenologie/patologie, dal lavoro sommerso e irregolare ad altre forme illecite, peggiorative della condizione dei lavoratori e turbative del corretto mercato del lavoro…con fenomeni insidiosi e complessi legati, ad esempio, a forme illecite di appalto, a più gravi forme di abuso e di sfruttamento, di caporalato…” .
Premesse del Report che anticipano i dati riscontrati e che, senza alcuna retorica, si affiancano alle persistenti battaglie sindacali, per contrastare l’espandersi delle forme irregolari del lavoro e che, nel corso degli anni, ha peraltro facilitato l’arrivo e radicarsi degli investimenti e ricicli malavitosi nella rete delle imprese territoriali.
Dati allarmanti, ancor più aggravati dalla dolente constatazione che INL comunica sul pesantissimo calo del personale ispettivo: meno 9,6% degli ispettori !!
A tale proposito, la cosiddetta “Fase 2 ” per la durissima ripresa post virus, dovrà passare anche da lì: rafforzamento delle strutture sanitarie, ma pure delle strutture ispettive nei territori, per il contrasto necessario delle crescenti e future forme di lavoro illegale ed ulteriori infiltrazioni.
Veniamo ai dati, che non sono “numeri”, bensì pesanti aggressioni sociali ed economiche; sono lavoratori, cittadini e famiglie, che il sindacato incontra, ascolta ed organizza per tutelarsi e restare cittadini.
A livello nazionale, gli “indici di irregolarità” di fatto riscontrati hanno avuto, nel 2019 alle spalle, questi incredibili livelli ( pag. 5-7) : 68% di irregolarità nelle forme di lavoro; 81% sulle irregolarità previdenziali e con “recupero” di contributi evasi ai danni dei lavoratori per 1.237.132.833 euro; illeciti riscontrati in ben 99.086 aziende, con 356.145 irregolari e 41.544 in nero, con tanti stranieri clandestini.
E a casa nostra? Sui dati ispettivi più gravi, le imprese in Emilia Romagna si spingono sull’alto del podio nero !
1) Numero dei lavoratori irregolari.
L’aumento è di un +12% e l’Emilia Romagna è 2° regione con 10.351 fuori norma, dopo Lombardia e davanti a Campania, Piemonte…
Notiamo, con sconcerto, che il Report precisa che da questi dati sono però esclusi gravi illeciti perchè “amministrativi”, quali: non rispetto dei minimi salariali, assegni familiari, mancate denunce di infortuni sul lavoro !
2) Lavoro Nero.
Nella nostra regione sono state avanzate ben 2.427 sanzioni e denunce, nei settori produttivi più penetrabili: ristorazione e commercio, attività manifatturiera, agricoltura (con lavoratori in nero in oltre il 40% degli accessi ispettivi).
3) Scorretta definizione dei rapporti di lavoro.
Risulta molto crescente l’utilizzo scorretto, evasivo e fraudolento dei contratti naziuonali di lavoro. I settori più coinvolti e colpevoli sono ancora quelli sopracitati, ma con lo sconcertante “primato” delle società private di “sanità ed assistenza sociale”, ove – oltre alle difficili vertenze sindacali – adesso anche l’INL lo definisce “il settore in cui si riscontra il maggior numero di violazioni” !
Le regioni più coinvolte risultano, per oltre il 91% dei casi, quelle del Centro-Nord ed, in particolare, con Piemonte al 1°posto, 2° Lombardia e 3° sul podio nero la nostra Emilia Romagna.
4) Decentramento ed appalti di crescenti filiere produttive.
A parte le innumerevoli vertenze ed attenzioni sindacali, le verifiche ispettive hanno denunciato 20.793 posizioni irregolari di lavoratori, a causa di “appalti ed esternalizzazioni fittizie”.
Un incredibile aumento del 91% rispetto l’anno precedente! Il Piemonte è la 1° regione e, subito dopo, al 2° posto nero l’Emilia Romagna con 2.626 lavoratori danneggiati.
5) Vigilanza mirata sulla “Costa Adriatica”.
Una campagna ispettiva concentrata sull’alta costa Adriatica, con al centro la nostra Romagna, in occasione del picco estivo per l’attività delle imprese turistiche, riscontrando “…la più alta mano d’opera stagionale maggiormente esposta ai fenomeni di irregolarità”.
Il 66% delle aziende verificate sono risultate fuori regola; con il 32% delle posizioni lavorative irregolari ed il 26% in nero.
6) Caporalato.
In questo capitoletto, il Report non cita i dati nelle regioni, ma ci bastano le scandalose notizie che, proprio in questi giorni, ha scosso le nostre province di Forlì-Cesena. E’ un fronte infuocato per l’attività dura e non facile, di alcune nostre categorie sindacali, tant’è che il Report certifica un picco del 189% rispetto al 2018, nel numero dei deferimenti giudiziari ed arresti.
Dalla attuale e profonda crisi sanitaria, sociale ed economica, ne usciremo accompagnati dai rischi, molto concreti, di aggravamento di presenze malavitose nel tessuto produttivo; specie il nostro, fatto da migliaia di medie-piccole imprese, adesso in sbando e crisi.
Le “Fasi 2 e 3” di fuoriuscita dovranno tenere fari ben accesi contro le troppe forme di lavoro irregolare.
Gli attuali 707 mila lavoratori emilianoromagnoli fermi per l’emergenza, per stare ai fatti attuali,vivono in un tessuto lavorativo che è tanto viroso e che dovrà essere strettamente affrontato e curato da tutti i soggetti sociali regionali, a partire dai componenti attivi del “Patto per il Lavoro“.
Franco Zavatti, Cgil Modena–componente Coordinamento legalità e sicurezza Cgil ER
Modena, 22/4/2020
- INL rapporto annuale 2019 (frontespizio)