12 Mar 2015
Il portale web CIRDI (Centro di Informazione su Razzismo e Discriminazioni in Italia) ha realizzato un’indagine sulle pratiche discriminatorie nei confronti dei cittadini stranieri nell’accesso all’alloggio, sia sul mercato privato (monitoraggio degli annunci di affitto) che nell’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica (monitoraggio dei bandi pubblici per la formazione delle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari).
I risultati del monitoraggio indicano che, sia nel settore privato, sia in quello pubblico, è ancora presente una forte disparità di trattamento tra gli stranieri e i cittadini italiani. Permangono, in particolare, i pregiudizi nei confronti degli stranieri che portano a dubitare delle loro capacità di essere controparti affidabili nei rapporti economici.
Nel settore pubblico, per quello che riguarda le regole per l’accesso e l’assegnazione delle abitazioni di edilizia residenziale pubblica, la ricerca delinea un quadro sostanzialmente equilibrato ed in linea con le normative nazionali e regionali, ma alcuni aspetti discriminatori sono emersi. Innanzitutto, è stato riscontrato come le Regioni possano non applicare i requisiti per l’accesso alle abitazioni di edilizia pubblica che prevedono alcuni anni di residenza sul territorio nazionale o regionale (rispettivamente 10 anni e 5 anni). Quest’ultima previsione evidenzia come la condizione giuridica dello straniero risulti frammentata non soltanto in riferimento a l titolo di soggiorno posseduto, ma anche in riferimento al luogo in cui risiede. Le Regioni e gli Enti locali, infatti, nell’esercizio della propria autonomia, possono riconoscere, garantire o limitare l’esercizio di determinati diritti. Le differenze tra le politiche di welfare sul territorio, anche in materie non direttamente incidenti su diritti fondamentali della persona, incidono anche sulla garanzia di molti diritti sociali: dalla casa, all’assistenza sociale e sociosanitaria. Un esempio per tutti è rappresentato dalla scelta dei criteri in base ai quali attribuire gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, dai quali può conseguire non soltanto una limitazione dello straniero nell’accesso all’abitazione, ma anche l’impossibilità di richiedere il ricongiungimento familiare o il permesso CE per soggiornanti di lungo periodo, entrambi subordinati al possesso di un alloggio idoneo.
Il rapporto riporta la giurisprudenza ritenuta più rilevante sulle tematiche analizzate.