21 Nov 2011
di Ciro Spagnulo
Con le dimissioni di Berlusconi speriamo si chiuda un ventennio difficile anche per i migranti. Nei due decenni che abbiamo alle spalle, per effetto di malvage e ben costruite scelte governative, la legge è stata schierata contro di loro. Con le previsioni dei “pacchetti sicurezza” l’ordinamento italiano è addirittura precipitato nel baratro del razzismo di Stato, e si è sviluppata una ordinaria, quotidiana geografia locale della vergogna che vede comuni e regioni gareggiare nel prendere di mira i diritti fondamentali degli stranieri. L’istituzione da parte del Governo Monti di un ministero dell’Integrazione affidato a una persona come il fondatore della Comunità Sant’Egidio Andrea Riccardi sembra un segnale di discontinuità. Lo rafforzerebbe “una possibile riforma delle modalità e dei tempi dell’assegnazione della cittadinanza ai minori”, come chiesto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione dell’incontro con i nuovi cittadini italiani, e sarebbe il primo passo per cancellare il folle -perché destinato a suscitare conflitti- disegno politico perseguito fino ad oggi di tenere fuori dalla porta una parte enorme della popolazione, che oggi è al 7,5%, ma che entro 30 anni è destinata a raddoppiare. Abbiamo bisogno di una democrazia che consenta a chi arriva da lontano, ma vive con noi, lavora e paga le tasse di partecipare attivamente alla vita politica. Abbiamo bisogno di una democrazia che faciliti l’accesso alla cittadinanza, soprattutto a chi nasce e cresce qui. Come ha detto il Capo dello Stato, “non comprendere la portata del fenomeno migratorio e non capire quanto sia necessario il contributo dell’immigrazione per il nostro Paese significa semplicemente non saper guardare alla realtà e al futuro”.