UNA DOMANDA PRIMA DELLA POSSIBILE SCOMPARSA DELLE PROVINCE : QUALE IL PUNTO SULLA MESSA IN CHIARO DEGLI “IMMOBILI FANTASMA” ?

21 Nov 2016 sisma,

Modena, 21 novembre 2016

Se all’ormai prossimo referendum costituzionale non vincerà la “casta” – per dirla con l’infelice battuta del Capo di Governo – le province spariranno.
Oltre alla futura incertezza sulla destinazione delle loro competenze territoriali in materia di tutela ambientale, viabilità e trasporti, rete scolastica, ecc… verrà meno un utile ruolo di “istituzione intermedia” fra i Comuni e Regione, con l’obiettivo di poter coordinare e stimolare le attività dei singoli comuni su tematiche generali e di “area vasta”.
Materie sulle quali la Cgil da tempo avanza proposte e sollecitazioni; le stesse materie poi recepite nella recente legge regionale del Testo Unico su lavoro e legalità; appalti, trasparenza ed osservatori provinciali; responsabilità sociale delle imprese; tutela dell’ambiente, controlli e sicurezza territoriale.
Tutela ambientale e rispetto del territorio.
Ci soffermiamo su questo titolo pesante, convinti che col venir meno delle competenze di coordinamento delle province ed il non completo decollo delle Unioni Comunali, si rischi un indebolimento della stessa azione dei singoli enti locali, su tematiche così estese e complesse.
Tematiche pesanti, anche per questi nostri territori, come quella dei cosiddetti “Lavori abusivi o immobili fantasma” cioè inesistenti per il catasto, per il fisco e pesanti per lo stato di salute del territorio.
Un problema perciò centrale e sempre attuale, per un sindacato generale come la Cgil. Un riflettore acceso esattamente quattro anni fa, ma del tutto attuale, considerando la complessità della materia e la crescente crisi delle risorse per i Comuni.
Puntuale, a tale proposito, il servizio di pochi giorni fa della Gazzetta modenese che riassume i dieci casi di abusi edilizi in soli tre mesi, verificati a Sassuolo grazie al buon lavoro del comune.

Quali gli sviluppi in questi ultimi anni? Dove e come si è intervenuti nei tanti Comuni interessati?
Suscitarono scalpore quei dati della Agenzia del Territorio Nazionale, in tema di immobili – di varia natura e dimensione – definiti “fantasma” perché inesistenti per i Comuni e fisco. Ricordiamolo, il boom di quei numeri esplose anche qui, coi 70.910 fabbricati “non dichiarati” in Emilia Romagna – 2° regione al Nord Italia – e con la provincia di Modena 1° sul podio regionale con ben 12.780 costruzioni sconosciute: abitazioni, magazzini, garage, depositi, ecc…
Già denunciammo, allora, il peso del buco/furto fiscale ai danni dei nostri comuni e quindi dei servizi per i nostri cittadini.
Con evasioni fiscali conseguenti ad abuso edilizio, così certificati dalla Agenzia Entrate: Modena per 9,1 milioni, Bologna con 8,6 milioni, Forlì per 7,7 milioni, Parma per 7,1 milioni, Reggio Emilia con 6,4 milioni e chiude Ferrara con 3 milioni.

Ma guai sottovalutare l’altra faccia di questa stessa medaglia nera: quanto, questo abusivismo, produce ed incide sui rischi e degrado per il territorio?
Molto è stato fatto, prima e dopo il terribile sisma, ma dalla enormità di quelle segnalazioni dell’Agenzia del Territorio, quante e quali iniziative di regolarizzazione, abbattimento o sequestro sono state attivate e/o concluse – ad oggi – da parte degli enti comunali, responsabili finali di quelle procedure?
Quale e quanta mappatura è stata realizzata per verificare l’effettiva dimensione di quegli immobili segnalati e, sopratutto, il reale impatto su un territorio ad ampio rischio sismico ed idrogeologico: l’89% dei comuni emiliano romagnoli.
Ovviamente, non per restare a guardare quei numeri del recente passato, ma anche considerando la più vicina attualità :
– L’occasione prodotta dal recentissimo Decreto (G.U. del 26 ottobre) che riattiva un fondo con 10 milioni di euro, a sostegno dei Comuni impegnati nel “recupero dell’abuso edilizio“.
– L’ultimo Rapporto di Legambiente coi dati dell’intero 2015 sui reati di abusivismo ed ambientali, che vedono l’Emilia Romagna al 4° posto nel centro-nord, con 833 infrazioni accertate, 778 denunce e 161 sequestri. Con Rimini e Forlì in vetta regionale, seconda Bologna e terza la provincia di Modena.
– Nella recente audizione parlamentare del 7 ottobre, la Direttrice della Agenzia delle Entrate ha riassunto l’attività per la regolarizzazione “…dei cosiddetti immobili fantasma…che ha fatto emergere oltre 1,2 milioni di unità immobiliari non censite sui territori di tantissimi Comuni…” e lamentando, per alcune casistiche, “..risultati non sempre soddisfacenti, sia per la complessità operativa, sia per la scarsa adesione dei Comuni (!)”.
– Qual è allora il bilancio emiliano romagnolo? E Modenese?

Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna

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