29 Feb 2012
UNA SENTENZA DI CIVILTA’.
CONDANNATA SENZA POSSIBILITA’ DI APPELLO
LA POLITICA DEI RESPINGIMENTI
di Ciro Spagnulo
Una sentenza di civiltà. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sentenziato che, rimandando i migranti verso la Libia, l’Italia ha violato la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo e in particolare il principio di non refoulement (non respingimento), che proibisce di respingere migranti verso Paesi dove possono essere perseguitati o sottoposti a trattamenti inumani o degradanti. Con questa sentenza la Corte mette fuorilegge la politica dei respingimenti, una delle vergogne del governo Berlusconi.
Il 6 maggio del 2009 venne intercettata a sud di Lampedusa, in acque internazionali, una nave con 200 profughi eritrei e somali. Trasbordati su natanti italiani, non vennero né sentiti, né identificati e, quindi, non poterono presentare domanda di protezione internazionale. Senza alcuna garanzia che non venissero rimandati nei Paesi di origine, dove rischiavano anche la vita, furono riaccompagnati in Libia, un Paese, allora governato da Gheddafi, noto per calpestare i diritti umani. I 200 profughi furono così tra i primi a pagare sulla loro pelle l’applicazione dell’accordo tra Italia e Libia sul controllo dell’immigrazione irregolare. Ventiquattro di loro fecero ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sostenendo che l’Italia li aveva esposti al rischio di trattamenti inumani da parte delle autorità libiche e di quelle del Paese di origine nel caso fossero stati rimpatriati; che contravvenendo alle convenzioni internazionali, l’Italia aveva eseguito una «espulsione collettiva»; che le modalità del respingimento avevano impedito ai ricorrenti di vedere esaminata la loro posizione. Il 23 febbraio la Corte ha dato loro ragione condannando, in via definitiva, e quindi senza possibilità di appello, l’Italia e la sua politica dei respingimenti.
“Una sentenza di altissimo valore, la certificazione più autorevole di condanna della politica di razzismo e xenofobia costruita negli anni dai governi di centro destra, che ha provocato dolori immensi ad esseri umani ed esposto l’Italia ad una ennesima figuraccia internazionale”. Così il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, ha commentato la sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Per la dirigente sindacale “la sentenza dimostra, che dopo le innumerevoli denunce, nostre e della gran parte delle associazioni, e degli organismi sovranazionali, di come fosse inaccettabile la pratica dei respingimenti: un modo indegno di calpestare i diritti umani. Ora quella politica è smontata ed inabissata dal verdetto della Corte Europea: il Governo non si faccia intimidire dalle urla scomposte che vengono dai responsabili di quegli orrori, ed operi concretamente per dare il segno di un concreto cambiamento”. Secondo Lamonica “è il momento di realizzare un’effettiva discontinuità nelle politiche sull’immigrazione a cominciare dalla revisione del trattato con la Libia, e dalla definizione di una legislazione sul diritto d’asilo che, seppur espressamente previsto dalla Costituzione, non è ancora patrimonio dell’ordinamento del nostro Paese”.
PER SAPERNE DI PIU’:
LA SENTENZA (IN INGLESE): http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/view.asp?item=1&portal=hbkm&action=html&highlight=27765/09&sessionid=87038545&skin=hudoc-en.