13 Dic 2011
UNAR. PARITA’ DI ACCESO AI SERVIZI SOCIALI
Negli ultimi anni sono aumentati i provvedimenti amministrativi da parte degli enti locali volti a inserire surrettiziamente requisiti aggiuntivi quali quello di una residenza temporalmente protratta nel territorio nazionale o locale, al fine di pregiudicare la concreta possibilità di accesso ai servizi sociali ai cittadini extracomunitari che ne abbiano diritto secondo la normativa vigente, con una percentuale di istruttorie relative a questa fattispecie di discriminazioni superiore al 12% del totale. Per questo motivo l’ UNAR, Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e sull’origine etnica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha emanato una raccomandazione con la quale afferma che “Se una determinata prestazione di assistenza sociale è prevista dalla legge statale o regionale e da altri provvedimenti statali, regionali o locali ad essa automaticamente accedono, oltre che i cittadini, anche gli stranieri extracomunitari indicati dall’art. 41 del Testo Unico sull’Immigrazione”. Sulla raccomandazione emanata, trasmessa alle Prefetture e alle rappresentanze istituzionali di Regioni, Province e Comuni, l’ UNAR effettuerà un monitoraggio periodico. Per l’Ufficio la raccomandazione dovrà rappresentare “un punto di riferimento e un supporto alle amministrazioni, al fine di evitare il ripetersi di situazioni che come UNAR abbiamo puntualmente contrastato e censurato”.