23 Giu 2009
“Prevenire e contrastare efficacemente l’immigrazione irregolare alle frontiere marittime meridionali dell’UE” per evitare nuove tragedie umane e “la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate” con meccanismi di tipo volontario. Sono alcune delle decisioni prese al termine del Consiglio europeo del 18 e 19 giugno.
I 27 paesi membri scrivono nel documento conclusivo che “i recenti avvenimenti verificatisi a Cipro, in Grecia, in Italia e a Malta sottolineano l’urgenza di potenziare gli sforzi per prevenire e contrastare efficacemente l’immigrazione irregolare alle frontiere marittime meridionali dell’UE, evitando così future tragedie umane. E’ essenziale una risposta europea determinata, ispirata ai principi di fermezza, solidarietà e responsabilità”.
In tema d’asilo il Consiglio europeo sollecita “il coordinamento di misure volontarie per la ridistribuzione interna dei beneficiari di protezione internazionale presenti negli Stati membri esposti a pressioni specifiche e sproporzionate e delle persone altamente vulnerabili. Si compiace dell’intenzione della Commissione di adottare iniziative a tal riguardo, cominciando con un progetto pilota per Malta. Esorta il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere un accordo che permetta di istituire rapidamente l’Ufficio europeo di sostegno per ‘asilo”.
I 27, inoltre, sottolineano la necessità “di potenziare le operazioni di controllo alle frontiere coordinate da FRONTEX, di definire chiare regole di ingaggio per il pattugliamento congiunto e lo sbarco delle persone soccorse in mare e di fare maggior ricorso a voli di rimpatrio congiunti”. In questo contesto, sollecitano “un forte intervento per lottare efficacemente contro la criminalità organizzata e le reti criminali dedite alla tratta di eseri umani”.
Sottolineata anche “la necessità di un rafforzamento significativo della cooperazione con i principali paesi di origine e di transito” e della “conclusione dei negoziati sugli accordi di riammissione della CE con i paesi chiave di origine e di transito quali la Libia e la Turchia”.
“Il Consiglio europeo”, infine, “esorta i paesi membri “a tenere nel debito conto” quanto discusso “nella preparazione del nuovo programma quadro pluriennale in materia di libertà, sicurezza e giustizia”.
La discussione sull’immigrazione irregolare e l’inserimento del tema all’interno del documento conclusivo sono avvenute a seguito delle forti pressioni dell’Italia dei mesi precedenti.
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