UN'ITALIA PIÙ VECCHIA E MULTIETNICA

14 Gen 2013

 

di Enza Cubelli

L’Italia è sempre più affollata. La popolazione residente in Italia è cresciuta in dieci anni del 4,3% arrivando a sfiorare i 60 milioni di cittadini, ma l’incremento deve essere attribuito esclusivamente alla componente straniera. Infatti, nel decennio 2001-2011 la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250 mila individui (-0,5%), mentre quella straniera è aumentata di 2.694.256 unità.

Il numero di stranieri dichiarati irreperibili al censimento è pari a 1.015.658, a fronte di 190.271 stranieri censiti e non presenti in LAC (Liste anagrafiche comunali). La rilevanza di questo dato dipende dal ben noto fenomeno della mancata cancellazione dalle anagrafi dei cittadini stranieri che lasciano l’Italia senza darne comunicazione. Più di 20 stranieri ogni 100 iscritti in anagrafe all’8 ottobre 2011 sono risultati irreperibili al censimento, con punte superiori al 27 per cento nell’Italia Centrale e Insulare.

I cittadini stranieri risultano in crescita in tutte le regioni della Penisola, mentre gli italiani diminuiscono nel Mezzogiorno oltre che in Piemonte, Liguria e Friuli-Venezia Giulia. In particolare, i cittadini italiani aumentano nel 43,2% dei comuni (3.493) e diminuiscono nel restante 56,8% (4.599).

Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Italia è triplicata, passando da 1.334.889 a 4.029.145, con una crescita pari al 201,8%. Due stranieri su tre risiedono nel Nord (35,4% nell’Italia Nord-Occidentale e 27,1% nel Nord-Est), il 24,0% nel Centro e solo il 13,5% vive nel Mezzogiorno. La componente femminile rappresenta il 53,3% del totale degli stranieri, valore che sale al 56,6% nel Meridione.

Il 46% degli stranieri residenti ha un’età compresa tra 25 e 44 anni, uno su quattro ha tra i 30 e i 39 anni. L’età media è di 31,1 anni e la componente maschile risulta più giovane (29,7 anni) di quella femminile (32,3 anni).

Poco meno della metà degli immigrati risiede nei comuni piccoli (fino a 20.000 abitanti), con quote superiori al 50% nell’Italia nordorientale e in quella meridionale. Nei comuni di maggiori dimensioni (con più di 100.000 abitanti) vive poco più di un quarto.

L’incidenza più elevata sul totale della popolazione si rileva nei comuni più grandi, circa 74 stranieri ogni mille abitanti, ma le differenze tra le ripartizioni geografiche sono ampie: gli stranieri sono 109,6 ogni mille abitanti nel Nord-ovest, 18 ogni mille abitanti nell’Italia meridionale.

Fra i comuni più grandi, il comune di Brescia si posiziona in testa alla graduatoria con il 16% di popolazione straniera. Fra i comuni intermedi (in maggioranza situati in Lombardia), al primo posto si attesta il comune di Pioltello (MI), dove gli stranieri sono il 22% della popolazione totale. Fra i piccoli comuni quello di Rocca de’ Giorgi (PV) detiene il primato con il 36,3% di stranieri.

Quasi un quarto degli stranieri vive in Lombardia, circa il 23% in Veneto e in Emilia-Romagna e il 9% in Piemonte. Il Lazio e la Toscana totalizzano il 18%, la Campania il 3,7%.

In tutte le regioni prevale la componente femminile, sebbene in Lombardia e in Veneto le percentuali di donne siano più contenute che altrove.

L’Emilia-Romagna registra l’incidenza più elevata, con 104 stranieri ogni 1.000 censiti, seguita dall’Umbria (99,2‰), dalla Lombardia (97,6‰) e dal Veneto (94,2‰), mentre nel Sud e nelle Isole i valori dell’indicatore si riducono in misura consistente.

La distribuzione territoriale degli stranieri, quindi, è mutata di poco rispetto allo scorso censimento.

Dai dati Istat emerge, infine,un aumento preoccupante di povertà, soprattutto tra gli stranieri.

 

PRENDERNE ATTO

Il 15° censimento Istat conferma che con gli immigrati l’Italia cresce e ringiovanisce. Ma il loro contributo, come continuiamo a ricordare, va al di là dell’aspetto demografico, come è evidente guardando, per fare un esempio, a quanto versano come contribuenti nelle casse dello stato: 6, 2 miliardi di euro nel 2011. Ma, contro ogni evidenza, ben poco è stato fatto fino ad oggi per assicurare ad essi e ai loro figli piena cittadinanza. Nemmeno il governo Monti, nonostante le attese suscitate, ha fatto molto. Dovrà essere l’obiettivo della prossima legislatura.

http://www.istat.it/it/archivio/77877

http://www.istat.it/it/files/2012/12/scheda_stranieri.pdf

http://www.istat.it/it/files/2012/12/comunicato-stampa.pdf

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