15 Apr 2020 coronavirus, federconsumatori, gdo, prezzi, provincia, settore alimentare,
Non è semplice tradurre in concreto i dati sulla variazione del costo della vita a Modena nel mese di marzo, anche perché il dato generale (+0,1%) è legato a settori che per la maggior parte del mese non sono stati attivi. Il dato più atteso riguardava però il settore alimentare, rispetto al quale si è registrato un arretramento dei prezzi del -0,1%. Federconsumatori nei giorni scorsi aveva già affermato di non aver registrato nella Grande Distribuzione una significativa crescita dei listini. Il dato modenese di sostanziale conferma dei prezzi del mese precedente, sembra però difficilmente conciliabile con le valutazioni di quei consumatori che lamentano in questa fase forti incrementi dei prezzi. Cosa sta succedendo? Chi ha ragione? L’indice Istat o il consumatore? Crediamo debbano essere valutati questi alcuni elementi.
Primo elemento, la riduzione della mobilità.
La riduzione della mobilità è un importante elemento di crescita dell’importo del proprio scontrino. Si tratta di una situazione pesante soprattutto per quel 48% di cittadini della nostra provincia che risiede in Comuni a ridotta presenza di strutture commerciali, ed a bassa o nulla competizione tra insegne. Sono consumatori nei fatti costretti alla mobilità verso il capoluogo o verso i comuni maggiori. Per loro essere costretti oggi a restare nel proprio Comune, frequentando il supermercato più vicino, può voler dire (Analisi prezzi Federconsumatori 2019) una differenza nell’importo dello scontrino tra il 5 ed il 30%. Stessa cosa vale per il consumatore delle città più grandi, che privilegia per la spesa settimanale le strutture del proprio quartiere piuttosto che i grandi centri commerciali.
Secondo elemento, la riduzione della promozionalità.
Le promozioni, i prezzi scontati, non sono più da tempo un evento straordinario, ma un normale elemento della spesa. Ormai la parte di prodotti acquistati con sconti, anche rilevanti, ha superato mediamente il terzo dello scontrino. In tanti si si sono accorti che in questa fase le promozioni sono “sgonfie”, e spesso legate a prodotti a basso consumo. Probabilmente la parte di acquisto scontata si è almeno dimezzata, contribuendo alla crescita dell’importo finale sullo scontrino.
Quindi hanno ragione tutti, l’Istat ed il consumatore.
I prezzi non sono in generale aumentati, ma è aumentato l’importo dello scontrino, per effetto della minor scelta rispetto a dove fare la spesa e per le scelte commerciali sulla promozionalità da parte della Grande distribuzione. Tutto ciò è legittimo, ma ha effetti importanti sul reddito delle famiglie in questo momento terribile. Federconsumatori rinnova quindi l’invito alle grandi catene commerciali che non lo hanno ancora fatto, a bloccare i prezzi di vendita nei prossimi mesi, riducendoli quando possibile, utilizzando per la collettività i maggiori risultati di vendita e di margine incamerati di questa fase.
Marzio Govoni
Presidente Federconsumatori Modena APS
Modena 15 aprile 2020