01 Mar 2018 arsom, carpi, crisi aziendale, fallimento, fiom,
Non si può che definire disastroso l’esito del tavolo di crisi per l’Arsom convocato ieri alle 13 presso il Municipio dal Comune di Carpi, dopo il rinvio del 22 febbraio scorso (in foto il presidio), allo scopo di verificare la possibilità di continuità aziendale e l’erogazione di almeno una parte delle tre retribuzioni non corrisposte.
Ricordiamo che su richiesta della Fiom/Cgil di Carpi, l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Emilia Romagna ha riconvocato ieri tutte la parti, e per l’Azienda, contrariamente all’incontro del 22 febbraio, era presente anche il socio di maggioranza. Presenti inoltre all’incontro di ieri i Sindaci di Carpi e di San Martino in Rio e la Presidenza della Provincia di Modena.
L’incontro di ieri non ha potuto che constatare la totale indisponibilità della proprietà ad affrontare una seppur remota possibilità di continuità aziendale. Il legale della parte di maggioranza della proprietà ha dichiarato che non è possibile la continuità aziendale e a breve si procederà con la messa in liquidazione della società con fallimento in proprio.
Vista la situazione, le istituzioni hanno chiesto che almeno l’azienda provveda ad attivare una procedura di licenziamento collettivo per cessazione con relativo accordo sindacale, ma anche questa minima condizione è stata rifiutata, a detta dell’azienda per insostenibilità dei costi.
Inutile dire che per le retribuzioni arretrate non saranno pagate.
Nel corso dell’assemblea tra i lavoratori convocata ieri alle 18 presso la Camera del Lavoro di Carpi, le lavoratrici e i lavoratori hanno manifestato tutta la loro rabbia e la volontà di non lasciare nulla di intentato per individuare le cause e le responsabilità di questo disastro.
Senza abbandonarsi allo sconforto si è poi ragionato sul che fare per utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per il loro sostegno economico e la ricerca di nuova occupazione. Su questo ultimo punto verranno esaminate, da parte istituzionale, tutte le strade per favorire la rioccupazione, attraverso progetti formativi e, per i casi più delicati avvalendosi delle consulenze e degli aiuti offerti dai Servizi Sociali comunali.
A questo punto, l’unica possibilità che rimane ai 24 lavoratrici e lavoratori dell’Arsom per ottenere dall’Inps il sostegno al reddito derivante dalla Naspi (disoccupazione) è la dimissione per giusta causa, visto il mancato pagamento delle tre retribuzioni.
Forse l’unico elemento non negativo è la dichiarazione aziendale di consegnare le buste paga e tutte le documentazioni che permetteranno alle lavoratrici e ai lavoratori di ottenere i sussidi pubblici e adempiere agli obblighi fiscali.
Per quanto riguarda le spettanze non corrisposte occorrerà attendere altri mesi per insinuarsi nel fallimento e, tramite il Fondo di Garanzia Inps recuperare il Tfr e una parte delle retribuzioni non corrisposte.
Resta tutta l’amarezza per la perdita di una storica impresa carpigiana a causa di un’evidente incapacità imprenditoriale da parte della recente guida aziendale che ha solo scaricato costi sulla collettività, senza dare il tempo alle lavoratrici e ai lavoratori di comprenderla e di contrastarla.
Carpi, 1° marzo 2018