VERTENZA CASTELFRIGO. L’ACCORDO SEPARATO CASTELFRIGO-CISL: QUANDO IL DIRITTO DI SCIOPERO DIVENTA ELEMENTO DI DISCRIMINAZIONE

04 Gen 2018 accordo separato, appalti, castelfrigo, cisl, false cooperative, filt, flai, presidio, sciopero,

Quali sono i contenuti dell’accordo separato Castelfrigo-CISL del 27 dicembre 2017?

Il testo dell’accordo separato Castelfrigo-CISL del 27 dicembre 2017 non è stato reso pubblico, ma dai comunicati e dalle dichiarazioni della Fai-Cisl Emilia Centrale risulta che per la prima volta in Italia l’esercizio del diritto di sciopero diventa elemento formale di discriminazione dei lavoratori in un accordo sindacale.

Il concetto viene ben ribadito nell’intervista di Radio Città del Capo del 28/12/17 all’operatore della Fai-Cisl firmatario dell’accordo. Nell’intervista (1) si dichiara che i 52 lavoratori (su 127 totali) degli appalti di Castelfrigo che verranno salvati (attraverso una riassunzione di sei mesi presso un’agenzia interinale che li somministrerà alla Castelfrigo stessa) “sono quelli che stanno dentro, quelli che finora hanno lavorato, quelli che hanno creduto nel progetto dell’azienda e che, fin dall’inizio, quando è iniziata la vertenza, hanno continuato a lavorare”.
Lo stesso concetto viene ribadito nell’intervista ripetuta al Corriere Bologna della stessa giornata: i lavoratori “assunti” saranno solo quelli che “hanno continuato l’attività fino ad oggi, quelli che hanno creduto nell’azienda”.
Di fatto quelli che non hanno scioperato.

Nella sostanza viene per la prima volta esplicitata pubblicamente la modalità dell’azione sindacale Fai-Cisl sul distretto delle carni: chi protesta, anche pacificamente, contro il sistema di sfruttamento delle false società di manodopera deve essere allontanato.

È vero che le trattative Castelfrigo-CISL sono state segrete?

, le trattative tra Castelfrigo e CISL, come risulta dalle stesse dichiarazioni nelle citate intervista, sono state portate avanti dagli inizi di novembre fino al 27 dicembre 2017, data dell’accordo finale.
Né la FLAI-CGIL, né i rappresentanti sindacali della FLAI-CGIL, né i lavoratori coinvolti nell’espulsione sono stati coinvolti. Ma non solo: durante tutti gli incontri conoscitivi o di salvaguardia occupazionale presso la Regione Emilia-Romagna non si è fatto mai cenno a questa trattativa.

Tuttavia un verbale di incontro Castelfrigo-CISL, datato 22 novembre 2017, è finito in rete (2).
Il documento dimostra che a quella data, nel mezzo della vertenza sindacale intrapresa dalla CGIL, Castelfrigo e CISL avevano già concordato di espellere i lavoratori sgraditi alla Castelfrigo “ricercando soluzioni di continuità lavorativa per i soci-lavoratori che ancora continuano a prestare servizio effettivo all’interno dell’Azienda“, cioè salvando quelli che continuano a lavorare, che non sono in sciopero.

La CGIL è stata invece completamente esclusa dalla trattativa con l’azienda committente (Castelfrigo) nonostante avesse chiesto un incontro sindacale sui rischi occupazionali dell’intero sito in data 29 settembre 2017. Incontro poi decisamente rifiutato dall’azienda.

Perché l’agenzia di lavoro interinale?

Il ricorso a un’agenzia di lavoro interinale per un periodo di sei mesi (gennaio-giugno 2018) per farci transitare i 52 lavoratori graditi alla Castelfrigo è paradossale e spregiudicato.
È paradossale perché Castelfrigo per mesi ha sottolineato il problema della competitività sul costo del lavoro. Si tratta di un mantra ripetuto a tutto l’arco politico-industriale modenese: il costo del lavoro è troppo alto, non competitivo. Ora invece si ricorre al lavoro interinale, cioè alla forma più costosa di lavoro, infatti il lavoro interinale (che ora si chiama “somministrato”) non solo porta con sé il costo del Contratto dell’Industria Alimentare (previsto dalla legge), ma anche il costo aggiuntivo del servizio chiesto dall’Agenzia interinale. Si direbbe che Castelfrigo si sia ravveduta, ma non è così.
Si tratta di una scelta spregiudicata: si preferisce pagare di più (almeno per sei mesi) pur di evitare il cambio di appalto con le regole pretese dalla CGIL nell’accordo del 16 febbraio 2016, che prevedevano la precedenza a coloro che avevano più anzianità di servizio. Si paga di più per cacciare fuori i lavoratori che protestano. Per questa operazione evidentemente le risorse non mancano.

Da una parte quindi la CGIL che chiede criteri di riassorbimento della forza lavoro uguali per tutti, ad esempio l’anzianità di servizio. Dall’altra la CISL che usa come criterio unico quello della partecipazione agli scioperi: se scioperi, resti fuori.

I lavoratori degli appalti Castelfrigo hanno messo in atto una mobilitazione che ha messo a rischio le lavorazioni?

NO, per i seguenti due motivi:

  1. non sono state bloccate merci e/o persone;
  2. lo sciopero a oltranza è iniziato il 17 ottobre 2017, cioè non all’inizio, ma al termine di tutta la fase sindacale e amministrativa della procedura di licenziamento avviata il 9 giugno precedente contro 75 dei 148 soci-lavoratori delle cooperative appaltatrici; quindi, a partire dal 17 ottobre 2017, 75 soci-lavoratori erano tecnicamente in esubero e tecnicamente licenziabili; questi lavoratori hanno deciso di attendere le lettere di licenziamento in sciopero, quando il loro lavoro era già stato dichiarato dalle cooperative superfluo. Sempre secondo la Fai-Cisl la loro colpa sarebbe stata quella di danneggiare l’immagine dell’azienda. Se ne deduce che, secondo la Fai-Cisl, dovevano accettare il licenziamento in silenzio.

Questa vertenza è solo una “guerra di sindacati”?

Molti commentatori la stanno mettendo su questo piano, ma non è così. Il sistema degli appalti nel distretto delle carni modenese sta generando prima di tutto sfruttamento del lavoro, evasione fiscale e contributiva, contraffazione alimentare, illegalità, malavita. È un sistema che si estende, si ramifica e si consolida anno dopo anno anche in altri settori industriali. Davvero pensiamo che questo sia il futuro del nostro territorio? I lavoratori degli appalti della Castelfrigo hanno avuto il coraggio di denunciare quanto sta avvenendo, loro, da stranieri. Non si stancano di chiedere giustizia e ce lo stanno insegnando. Noi invece cosa stiamo insegnando loro?

Modena, 4 gennaio 2018

Marco Bottura – Segretario Generale Flai Cgil Modena

Note:
(1)
intervista di Radio Città del Capo del 28/12/17 all’operatore della Fai-Cisl firmatario dell’accordo
(2) verbale di incontro Castelfrigo-CISL, datato 22 novembre 2017

 

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