22 Nov 2017 castelfrigo, dipendenti, filt, flai, lettera, sciopero,
Lettera aperta ai dipendenti diretti di Castelfrigo che hanno sottoscritto la lettera del 18 novembre 2017
Care lavoratrici e cari lavoratori dipendenti di Castelfrigo srl,
la Flai/Cgil, la Filt/Cgil e l’intera Cgil si preoccupano per tutti i lavoratori, compresi coloro che non condividono le nostre iniziative. E’ proprio per questi motivi che, a seguito delle recenti revisioni dei bilanci Castelfrigo del 2014 e 2015 e dell’emergere di problemi di bilancio che riteniamo strutturali, lo scorso 29 settembre abbiamo sollecitato un incontro congiunto con le Direzioni Aziendali di Castelfrigo e delle Cooperative Appaltatrici sulla sostenibilità economica e occupazionale dell’intero sito produttivo, e non solo di una parte di esso. Richiesta che ovviamente è stata rifiutata da Castelfrigo, con relativa minaccia di querela per tutte le denunce sollevate di fronte all’opinione pubblica.
Pensiamo che il rispetto della legge, degli accordi e dei contratti di lavoro, sono alla base della regolare competizione fra le imprese e della civile convivenza all’interno delle aziende, compresa la Castelfrigo. Lo sciopero ad oltranza che abbiamo proclamato per i lavoratori delle cooperative appaltatrici non è una battaglia politica, come voi la definite, ma una lotta per ripristinare la legalità all’interno di un sito produttivo simile per struttura occupazionale a tanti altri del distretto delle carni del modenese. Molte altre aziende hanno contrattato con il sindacato e trovato soluzioni, tra le quali la sostituzione dell’appaltatore di fatto. Diciamo “di fatto”, perché formalmente gli appaltatori cambiano in continuazione, ma di solito si tratta solo di un cambio di nome e di prestanome, come risulta anche dalle denunce e dalle interviste a Lulja Harun, un ex presidente di una precedente cooperativa appaltatrice in Castelfrigo, la Framas. Tuttavia la Castelfrigo è l’unica azienda che al momento non prende in considerazione l’allontamento dell’attuale appaltatore.
Inoltre, pur comprendendo che nella vita si può cambiare idea, siamo sconcertati nel notare, tra i sottoscrittori della vostra lettera, lavoratori e lavoratrici che, in più occasioni, negli anni scorsi, si sono pesantemente lamentati degli appalti presenti in azienda, tanto da segnalarci situazioni di vero e proprio sfruttamento. Dieci anni fa, in occasione del corteo del 1° maggio di Vignola, con alcuni di voi sostenevamo addirittura insieme lo striscione “NO AL NUOVO CAPORALATO” che ora usiamo con i lavoratori degli appalti.
Flai/Cgil e Filt/Cgil continuano, come allora, a contrastare le stesse illegalità e le stesse ingiustizie che sono state confermate dal Ministero del Lavoro, attraverso le parole dello stesso Ministro Poletti.
Flai/Cgil e Filt/Cgil continuano a denunciare che il nostro territorio è infestato di false cooperative e che questo sistema di appalti mette a rischio la sopravvivenza di tante aziende, compresa la Castelfrigo e la reputazione di un intero distretto. Non vogliamo far chiudere la Castelfrigo. Anche noi abbiamo a cuore le aziende che danno lavoro e generano ricchezza. Vogliamo solo che le false cooperative che sfruttano i lavoratori e generano evasione fiscale e contributiva escano da questo territorio.
La proprietà della Castelfrigo, per trovare una soluzione, ha una sola strada: allontanare l’attuale appaltatore (i fratelli Melone) che spadroneggia da oltre 10 anni all’interno della vostra azienda, attraverso una serie di false cooperative. Se quell’appaltatore, che non garantisce legalità e corretta competizione, rimane lì, allora la prima responsabile è la proprietà di Catelfrigo.
In questa battaglia vorremmo avervi, voi e la vostra RSU, con noi.
Modena, 21 novembre 2017
Filt/Cgil Flai/Cgil Modena