06 Feb 2019 crisi aziendale, fiom, frama action, novi di modena, presidio, responsabilità sociale impresa,
L’intransigenza della multinazionale austriaca Hella e le provocazioni messe in atto in questi giorni da parte della direzione aziendale, stanno aumentando la tensione al presidio della Frama Action di Novi di Modena.
Nell’ultimo incontro di due giorni fa, l’azienda ha rifiutato tutte le proposte di mediazione del sindacato per mantenere aperto il sito produttivo e di conseguenza il mantenimento dei posti di lavoro. A maggior ragione in una zona che ancora sta pagando le conseguenze della ricostruzione post-sisma e che quindi necessiterebbe dell’impegno da parte di tutti (multinazionale Hella compresa) per mantenere e creare nuovi posti di lavoro, e non per eliminarne.
Paradossalmente in questo Paese sono maggiormente tutelate dalle leggi le imprese, come Frama in questo caso, che dismettono e licenziano i lavoratori gettando nella disperazione tante famiglie, che non i lavoratori stessi che sono costretti a protestare per riavere il bene primario che gli viene tolto, il lavoro.
Infatti, oggi le aziende che chiudono hanno pochissimi vincoli legislativi e non si fanno scrupoli, fregandosene anche dell’art.41 della Costituzione – che fino a prova contraria ancora esiste in questo Paese – che prevede la responsabilità sociale dell’impresa. I lavoratori, invece, se si organizzano per contrastare tali scelte scellerate, oltre che perdere il posto di lavoro, rischiano addirittura di essere denunciati. In questo senso il Ddl Sicurezza ha inasprito le pene per chi protesta e punta a trattare il fenomeno come problema di ordine pubblico, senza tener conto che la protesta si fonda su motivi sociali in risposta ad una scelta unilaterale dell’azienda.
Le leggi dovrebbero essere ispirate a maggiore equità sociale e dovrebbero consentire di perseguire con maggiore severità le imprese che dopo aver fatto profitti sul territorio, lo abbandonano, opponendosi a qualsiasi alternativa, e senza dare la possibilità di trovare soluzioni che possano garantire il mantenimento del lavoro.
Questo è il vero problema in Frama, perché ad oggi ci sarebbero le condizioni – con una maggiore responsabilità da parte dell’impresa – per aprire una trattativa seria, avendo come obbiettivo comune quello di determinare le condizioni per cui, se Hella non vuole continuare, sia possibile invece far subentrare qualcun altro.
Il tempo stringe per trovare una soluzione condivisa, perché la procedura di licenziamento collettivo aperta dall’azienda scade a inizio marzo. I lavoratori e i sindacati non lasceranno nulla di intentato per convincere l’azienda a cambiare la posizione tenuta nell’ultimo incontro.
Mi auguro che nel frattempo l’azienda cessi comportamenti provocatori che non aiutano ad abbassare i toni.
Cesare Pizzolla, segretario Fiom/Cgil Modena
Novi di Modena, 6/2/2019
Servizio di Tv Qui Modena del 6/2/2019