08 Lug 2009
Dopo le notizie apparse sui giornali a gennaio ed aprile relative alla presunta frode fiscale del Gruppo Morotti di Formigine, leader dello smaltimento e riciclo di rottami ferrosi, che hanno messo sotto pressione proprietà e gruppo dirigente, ora è venuto il turno dei lavoratori. La disdetta aziendale del contratto integrativo e l’apertura della procedura di mobilità ha precipitato già dallo scorso mese i lavoratori nel pieno della crisi.
Venerdì sera dopo le assemblee dei lavoratori di Modena e Bologna del gruppo, è stato proclamato lo stato di agitazione sindacale seguito dalla rottura delle trattative relative alla vertenza riguardante il possibile licenziamento per 27 dei quasi 100 dipendenti della Morotti occupati presso gli stabilimenti di Formigine, Sassuolo e Minerbio (Bo).
La crisi che ha colpito duramente il settore acciaio si ripercuote anche sui fornitori di materia prima, cioè di rottami, e per Morotti il primo semestre 2009 ha visto quasi dimezzarsi i volumi del materiale trattato. Proprio per questi motivi dopo oltre un mese di confronto il sindacato aveva deciso di tenere la crisi in azienda per cercare soluzioni.
Importanti passi avanti sono stati fatti, volontarietà delle uscite e cassa integrazione conquistate. Lavoratori e Filcams-CGIL non possono però accettare le discriminazioni sulle persone da sospendere e le così pesanti riduzioni di salario che aspettano i lavoratori che saranno posti in Cig.
Lo stato di agitazione prevede anche iniziative di lotta e già a partire da martedì le assemblee dei lavoratori hanno chiesto di dare i primi forti segnali alla Proprietà e alla Direzione aziendale.
FILCAMS/CGIL Modena e Bologna
Prime schiarite nella vertenza del Gruppo Morotti di Formigine leader dello smaltimento e riciclo di rottami ferrosi negli stabilimenti di Corlo, Sassuolo e Bologna, che aveva minacciato la scorsa settimana il licenziamento di 27 sui 100 dipendenti complessivi per crisi aziendale.
La crisi morde e pur in presenza di prospettive complicate nel settore e in tutto il comprensorio importanti novità hanno preso corpo lunedì 6 luglio. Lunedì dopo partecipate assemblee fra i lavoratori si è infatti riaperto il tavolo di trattativa con l’azienda che ha portato ad alcuni passi avanti.
Alla presenza della proprietà, direzione aziendale, rappresentanza dei lavoratori e sindacato hanno condiviso il percorso e i riferimenti imprescindibili della trattativa: mobilità volontaria; cassa integrazione straordinaria (richiesta presentata in Regione il 7 luglio) che prevederà la rotazione dei lavoratori sospesi; costituzione di un Fondo per la Solidarietà destinato a integrare il salario dei cassintegrati.
Pur continuando lo stato di agitazione, in attesa degli accordi definitivi, lavoratori e Filcams-CGIL esprimono soddisfazione per i risultati ad oggi raggiunti.
FILCAMS/CGIL Modena e Bologna