VERTICALIZZAZIONE DELLE SCUOLE DI MODENA: NON DEVE ESSERE UN MERO “COMPITO DI RAGIONERIA”!

22 Nov 2011

Modena, 22 novembre 2011

 

 

 

 

 

Nell’incontro del 17 novembre con i rappresentanti dei Comuni e l’assessore provinciale all’Istruzione Elena Malaguti, i sindacati della scuola Flc/Cgil Cisl/Scuola, Uil/Scuola, Snals/Confsal, hanno appreso che con l’attuazione del dimensionamento scolastico con la creazione di istituti comprensivi (previsto dalla legge 111 del 15/07/ 2011), si prevede la riduzione di ben 4 autonomie scolastiche nella provincia di Modena, in particolare 1 in meno a Carpi, 1 a Sassuolo e ben 2 autonomie in meno a Modena.

I sindacati della Scuola sono decisamente contrari alla sottrazione di ulteriori autonomie scolastiche in una Provincia come la nostra che non solo è a credito sulla media nazionale di 3 autonomie, ma che prevede nei prossimi 6 anni (Fonti Istat) un incremento della popolazione scolastica, nella fascia d’età 3-13 anni, stimata in oltre 1.200 studenti e, se comprensiva dei flussi migratori, di oltre 2.000 unità.  

Riteniamo che la creazione degli istituti comprensivi, veicolata sotto l’aspetto della continuità curricolare nei vari gradi di scuola dall’infanzia alla scuola media, sia in realtà l’ennesima “pensata” per sottrarre ulteriori risorse (in termini di personale: dirigenti, direttori dei servizi, assistenti amministrativi e collaboratori scolastici) alla scuola ed in particolare alla scuola modenese. 

Riteniamo legittimo contrastare soluzioni affrettate di tipo sottrattivo che impoveriscono in buona sostanza la qualità della nostra scuola e riducono la qualità dell’offerta formativa. 

I sindacati chiedono che questa razionalizzazione sia il frutto di un progetto didattico e formativo condiviso e non subìto dalle famiglie e dagli operatori della scuola in tempi così rapidi.

Atteso che molte Regioni, inclusa l’Emilia Romagna, hanno impugnato l’applicazione della L.111/2011 in quanto invasiva delle loro competenze, Flc/Cgil, Cisl/Scuola, Uil/Scuola e Snals/Confsal chiedono il rinvio di almeno un anno per la presentazione del Piano, nel rispetto dei parametri della Regione Emilia-Romagna che prevedono una deroga del 20% in più o in meno sul numero di 1.000 alunni per Istituto.

Non è accettabile una verticalizzazione come quella operata dal Comune di Carpi che istituisce 4 maxi istituti comprensivi da 1.500 studenti in media (senza tener conto dei parametri regionali che stabiliscono un limite massimo di 1.200 studenti) rischiando con tale dimensionamento di non avere personale Ata sufficiente, un dirigente e un direttore amministrativo in meno, e indubbie difficoltà gestionali.

Stefano Colombini  Flc Cgil       

Monica Barbolini   Cisl Scuola          

Liviana Cassanelli    UIL Scuola         

Giovanni Massarenti   Snals/Confsal

                                                                           

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