28 Gen 2015
di Mohcine El Arrag
Il Paese con il più alto differenziale di reddito tra autoctoni e stranieri? E’ l’Italia. Si colloca al 22° posto del ranking dell’Ue 28. Lo squilibrio si è accentuato con gli anni della crisi. Tra il 2008 e il 2013 i redditi degli stranieri sono diminuiti dell’11,7% e quelli degli italiani del 2,6% (davvero poco se si pensa che la media UE 28 è stata il 6,1% in più). I dati sono della Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato i divari in Europa in termini di redditi e rischio povertà.
Una situazione simile a quella italiana si riscontra in Spagna, dove il differenziale è pure molto alto (24° posto del ranking) e dal 2008 al 2013 i redditi dei nativi sono aumentati (+12,2%) e quelli degli stranieri sono diminuiti (-10,2%).
Più basso il differenziale in Germania, dove si colloca in linea con la media UE 28. E’ alla 13^ posizione e i redditi di nativi e stranieri sono aumentati dal 2008 al 2013, seppur a ritmi contenuti (rispettivamente +5,8% e +1,8%). Nel Regno Unito, invece, entrambi i redditi sono diminuiti con la crisi, ma il differenziale è uno dei più bassi dell’area UE 28 (7^ posizione).
Per percentuale di popolazione a rischio povertà l’Italia e la Grecia sono agli ultimi posti in UE, sia tra gli autoctoni (rispettivamente 20° e 24° posto nel ranking) che tra gli stranieri (20° posto per l’Italia e 26° per la Grecia). “La Spagna, che presenta un valore medio tra la popolazione autoctona (16° posto), si trova invece in 23^ posizione per quanto riguarda la popolazione straniera. Germania e Regno Unito, invece, ancora una volta presentano valori inferiori alla media UE. La Germania si trova in 12^ posizione per la popolazione nativa e in 8^ per quella straniera. Il Regno Unito, rispettivamente, in 14^ e 7^”