CASTELFRIGO DI CASTELNUOVO RANGONE, L’AZIENDA SI PREPARA AD ESPELLERE I LAVORATORI SGRADITI

08 Giu 2016 castelfrigo, filt, flai, sciopero,

Castelnuovo Rangone (Modena), 8 giuno 2016

Le nuove relazioni sindacali, che dovevano aprirsi alla Castelfrigo di Castelnuovo Rangone dopo la pesante vertenza dello scorso febbraio sulle condizioni di lavoro dei facchini, stanno fallendo a causa delle rigide procedure regolamentari introdotte dall’azienda e controllate dai vigilantes privati. A ciò si aggiungono le recenti lettere di contestazione e la raccolta firme contro i rappresentanti sindacali della Cgil, nonché l’impossibilità di svolgere l’assemblea sindacale del 6 giugno scorso.

La Direzione Aziendale Castelfrigo ha scelto di non aprire alcun confronto preventivo sulle procedure regolamentari interne, anche su quelle in cui può esserci un ragionevole accordo.
Negli ultimi giorni è comparso il cartello che vieta ai lavoratori di soffermarsi in azienda per più di 15 minuti, sia all’inizio che alla fine dell’orario di lavoro. Una norma che poteva essere discussa, ma che di fatto crea disagi ai lavoratori durante la pausa pranzo, quando sono costretti a permanere all’esterno anche in caso di maltempo, senza nemmeno utilizzare le solite tettoie. Inoltre, sempre senza alcuna spiegazione, è stata introdotta un’ennesima procedura, questa volta per l’obbligo di entrare a scaglioni di 5 minuti. Permangono inoltre problemi di discriminazione verso i lavoratori: la quantità di lavoro disponibile viene divisa in maniera diseguale, favorendo alcuni lavoratori e penalizzandone altri.

Ma nel mirino ci sono soprattutto i rappresentanti sindacali della Cgil, colpiti da varie lettere di contestazione e da una raccolta di firme, indirizzata a tutte le Organizzazioni Sindacali, in cui si chiede le loro dimissioni. Tra i firmatari la proprietaria del 33% di Castelfrigo Cristina Quattrini Donadelli e vari esponenti della famiglia Ciriesi.

Lunedì 6 giugno un gruppo di una quindicina di lavoratori (tra i quali erano presenti il capo-fabbrica, due capi-linea e due capi-reparto) hanno impedito lo svolgimento di un’assemblea sindacale indetta dalla Cgil per raccogliere le firme sui referendum abrogativi riguardanti il mercato del lavoro, tra cui quello sugli appalti.

Intanto la Direzione Aziendale ha anticipato la disdetta “parziale” del contratto di appalto alle cooperative di manodopera Ilia D.A. e Work Service, a decorrere dal 01/01/2017, quindi sei mesi prima rispetto all’integrale applicazione del Contratto Nazionale dell’Industria Alimentare.

Si sta aprendo una stagione di vendetta, invece che di confronto sindacale – dichiarano Marco Bottura della Flai-Cgil e Giulia Grandi della Filt-Cgil – E’ chiaro che Castelfrigo si sta preparando ad espellere i lavoratori sgraditi. La fabbrica assomiglia sempre più a una caserma, piena di guardie e lavoratori di serie A e di serie B. Auspichiamo che l’incontro previsto per venerdì 10 giugno, possa far ripartire il confronto sindacale nello spirito dell’accordo del febbraio scorso. Da parte nostra continueremo a rivendicare regole e tutele per tutti i lavoratori, perché pensiamo che questa sia la strada dello sviluppo che merita il nostro territorio secondo una responsabilità sociale che chiediamo venga condivisa anche da Confindustria, dal Presidente della Provincia di Modena Giancarlo Muzzarelli, e dagli altri soggetti che partecipano al “Tavolo Carni”, il tavolo di confronto provinciale per stabilire orientamenti comuni sulle politiche del lavoro nel distretto delle carni.”

Ricordiamo che Castelfrigo srl è un’azienda del distretto agroalimentare modenese specializzata nella lavorazione di carni suini fresche, in particolare pancette e gole, con un fatturato di 77 milioni di euro (dati 2014). Occupa circa 100 dipendenti diretti e circa altrettanti soci-lavoratori di cooperative di manodopera in appalto. Nei mesi di gennaio e febbraio 2016 si è svolta una pesante vertenza sindacale guidata dalla Cgil di Modena che ha riguardato le condizioni di lavoro dei lavoratori in appalto e che si è conclusa, dopo 9 giorni di sciopero, con un accordo sindacale presso la Prefettura di Modena in data 16 febbraio 2016. L’accordo prevede l’applicazione del Contratto Nazionale dell’Industria Alimentare anche ai lavoratori in appalto e la “clausola sociale”, cioè il diritto di questi lavoratori a conservare il posto in caso di cambio appalto.

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