21 Giu 2019 malattia professionale, salute sicurezza,
Secondo alcune ricerche la metà delle circa 360 milioni di persone che convivono in tutto il mondo con una riduzione dell’udito da moderata a grave, devono questa riduzione a fattori evitabili, come l’esposizione al rumore.
E l’effetto del rumore sul sistema uditivo (ipoacusia) è “in diretta relazione col livello sonoro e la durata dell’esposizione per cui, superati determinati limiti, c’è rischio di danno irreversibile all’ apparato uditivo il cui grado dipende anche da altri fattori come la suscettibilità individuale, la variabilità interpersonale, l’età del soggetto, pregresse e/o concomitanti patologie dell’orecchio”. Quando poi il rumore “è particolarmente violento, può bastare anche un unico evento (detonazione, ecc.) per provocare il danno”.
Senza dimenticare che la perdita dell’udito si accompagna spesso “ad acufeni (percezione di ronzii, fischi, ecc.), quasi sempre bilaterali e a carattere continuo, che in alcuni soggetti divengono col tempo l’handicap più insopportabile della malattia”.
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