10 Giu 2022 area nord modena, cgil area nord, mirandolexit,
La sentenza del Consiglio di Stato del 7 giugno scorso legittima l’uscita del Comune di Mirandola dall’Ucman, l’Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord, e sancisce una crisi politica dell’Unione che avrà ripercussioni su tutte le progettualità economiche e sociali dell’Area Nord modenese.
Come è stato sottolineato si tratta ad oggi di una “mezza exit” perché i servizi convenzionati da meno di cinque anni dovranno rimanere in capo all’Ucman prima di un eventuale svincolo, anche se alcuni servizi potrebbero comunque continuare attraverso una semplice convenzione. D’altro canto permangono nell’Unione molte “mezze entry”, cioè comuni che hanno comunque deciso, nel corso degli anni, di non conferire alcuni servizi all’Ucman.
Nell’Area Nord modenese si è così realizzato un assetto a macchia di leopardo contrario allo spirito della normativa sulle Unioni dei comuni, normativa che era intesa a fare massa critica, razionalizzare le spese e integrare l’azione amministrativa.
“Oggi vari comuni dell’Area Nord non conferiscono tutti i servizi nell’Unione e mostrano troppe incertezze – dichiarano Marco Bottura della Cgil Area Nord e Claudio Mattiello della Cisl Area Nord – L’Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord non è solo l’occasione per razionalizzare le spese e trovare un coordinamento per lo sviluppo sociale ed economico del territorio, ma anche l’unico livello di coordinamento amministrativo che può garantire la presenza e la qualità dei servizi anche nei comuni più piccoli. E’ necessario superare i campanilismi – continuano i sindacalisti – e trovare un’intesa vantaggiosa per tutto il territorio dell’Area Nord modenese, al di là del colore politico e degli interessi specifici delle varie Amministrazioni. Ci sono temi che riguardano tutta l’area vasta e che ormai non possono più essere gestiti a pezzi: sviluppo industriale, ambiente, viabilità e rete dei servizi socio-sanitari. Abbandonare un visione e una progettazione di insieme significa condannare il territorio alla definitiva marginalità. A tutte le Amministrazioni comunali, compresa quella di Mirandola, e alle associazioni imprenditoriali chiediamo uno sforzo per condividere un’idea di sviluppo comune che possa superare queste differenze.”