Vignola, 24 aprile 2008
Nei giorni scorsi sono apparse molte e differenti prese di posizione sulle modifiche agli interventi previsti nell’area ex SIPE di Spilamberto, modifiche proposte dall’Accordo di Programma stipulato nel 2004 anche a seguito delle disposizioni dettate dalla Sovrintendenza.
Riteniamo che l’intervento centrale debba rimanere quello del Polo Tecnologico, di cui invece poco si parla in termini di reale progettualità e di tempi di attuazione. Ma questo era il cuore dell’accordo del 2004 e questo deve rimanere l’obiettivo vincolante del progetto complessivo.
Se dovesse mancare la chiara volontà di attivare il progetto del Polo, contestualmente agli altri investimenti in campo edilizio, industriale e commerciale, tutto il progetto relativo all’Area dovrebbe a nostro avviso essere rimesso in discussione.
Dal Polo Tecnologico occorre partire, sviluppando peraltro opzioni innovative, sia tecnologiche che ambientali, nell’intero complesso, con particolare attenzione all’aspetto del bilancio energetico.
La creazione di un polo di ricerca avanzato è elemento estremamente importante per tentare di affermare un modello di sviluppo basato sulla capacità di fare ricerca, in grado di conquistare nuovi mercati e accrescere la competitività specie in un contesto, quello della Provincia di Modena, in cui il Sindacato denuncia da diversi anni una crescita basata quasi esclusivamente sulla quantità ed accompagnata dall’aumento delle tensioni sociali e dalla crescita della precarizzazione dei rapporti di lavoro.
La Provincia e i Comuni interessati, oltre che l’Università ed i Centri di ricerca coinvolti devono assumersi la responsabilità, concertando con le parti sociali, dell’attuazione e della valorizzazione di tale progetto, progetto che crediamo possa essere importante per l’intero distretto vignolese.
Certamente non può essere posta, come contropartita per la realizzazione del Polo stesso, l’accettazione acritica di qualsiasi tipo di intervento, ma occorre valutare l’impatto complessivo delle scelte che si attueranno, sempre nell’ottica di uno sviluppo sostenibile.
Intanto occorre ragionare sulle motivazioni che hanno indotto la scelta di modificare l’area commerciale e di servizio, puntando su esercizi di medio grandi dimensioni: pur partendo da un’analisi che vede alcune tipologie di attività extra alimentari sottodimensionate rispetto al dato provinciale è essenziale capire quali prospettive determina per l’intero distretto l’ampliamento dell’offerta.
Riteniamo poi un errore rinunciare completamente alle aree destinate alle piccole aziende industriali, aree probabilmente più opportune nel contesto del polo tecnologico e di ricerca.
Infine, occorre riflettere sulle modifiche nelle scelte di tipo residenziale, soprattutto per il prospettato incremento di abitazioni e conseguentemente di abitanti che si determinerà in pochi anni, incremento a nostro avviso, pericoloso. Occorrerà infatti valutare l’impatto sia sul versante della viabilità che del sistema di servizi a partire da quelli scolastici.
Per queste ragioni chiediamo l’apertura di un confronto allargato anche alle parti sociali su tutte le scelte che qualificano lo sviluppo complessivo dell’intero distretto, anche a partire dalla rapida apertura di un confronto sul Piano Strutturale Comunale (PSC). Per il Sindacato l’obiettivo primario rimangono la sostenibilità e la qualità ambientali, nonché uno sviluppo che possa coniugarsi con la qualità del lavoro e di vita dei cittadini.
CGIL CISL UIL Vignola