06 Set 2024 cgil, diritti, donne, donne afghane, modena, spi,
La situazione delle donne in Afghanistan si aggrava ogni giorno di più. Il regime talebano ha l’intento preciso di minare nel profondo la dignità delle donne come cittadine e come essere umani.
L’ultimo passo di questa strategia è il divieto di cantare, recitare e leggere ad alta voce in pubblico, atto che limita ancora una volta la libertà di scelta delle donne, ma particolarmente abbietto perché coinvolge la loro sfera emotiva, artistica e creativa.
L’ennesima mortificazione della figura femminile.
I divieti sociali, civili e umani imposti dal regime, riguardano milioni di donne e ragazze alle quali vengono negati diritti fondamentali come quello allo studio, all’occupazione, alla libera circolazione, e alla libera espressione delle idee.
Ci uniamo quindi alle associazioni di tutela dei diritti civili nel sostenere a gran voce che in Afghanistan è in atto un Apartheid di genere, che deve essere riconosciuto come crimine contro l’umanità nel diritto internazionale.
Non si tratta solo di una questione puramente burocratica, ma di un potente strumento politico e giuridico, indispensabile per non lasciare sole le donne afghane.
Chiediamo al nostro Governo che si faccia portavoce, anche a livello di comunità internazionale per superare l’aberrante provvedimento che toglie alle donne la possibilità di far sentire la loro voce e perché in generale sia garantito il rispetto dei diritti umani di tutte le donne di quel Paese.
Cgil Modena
Coordinamento Donne Spi Cgil Modena
Modena, 6.9.24