23 Apr 2009
“In particolare – afferma il comunicato – respingiamo l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di immigrazione clandestina e della conseguente aggravante penale per reati compiuti dallo straniero clandestino”. La Cgil è anche contraria all’articolo 45, che “configura una insopportabile compressione dei diritti fondamentali per i cittadini extracomunitari presenti sul nostro territorio nazionale: vanno respinti tutti gli odiosi aumenti del pagamento di tasse per la concessione dei permessi di soggiorno”.
Quanto ai Centri d’identificazione ed espulsione dei clandestini (Cie), “non solo non va previsto nessun prolungamento di permanenza, ma va annullato il principio, molto simile alla detenzione preventiva e senza un giudizio motivato di un magistrato, della permanenza degli extracomunitari in queste strutture, e in conseguenza va prevista la chiusura dei Cie”.
Netta contrarietà anche all’obbligo per i medici e i parasanitari di denunciare lo straniero, anche se clandestino, che richiede cure sanitarie. E ancora: “Respingiamo anche – prosegue la nota – l’istituzione del registro per i senza fissa dimora, prevista dall’articolo 50: è una norma di cui non si ravvede la necessità, ma aumenta costi e incombenze inutili per le forze di polizia nazionali e locali,già private di ingenti risorse”.
Infine, no del sindacato anche all’articolo 52, quello che prevede l’istituzione delle ronde: “Siamo contrari in primo luogo perché è giuridicamente inutile, visto che già oggi un qualsiasi cittadino può segnalare alle forze dell’ordine il compimento di un qualsiasi reato. Se questo diritto-dovere viene esteso dai singoli a organizzazioni di privati cittadini, allo scopo costituite si lede un principio fondamentale dello stato di diritto democratico e cioè , che solo lo Stato ha il monopolio costituzionale e giuridico del controllo del territorio, della sua sicurezza e della garanzia della sicurezza per tutti i cittadini e questo compito va esercitato da strutture dello stato, che siano indipendenti,non abbiano alcun rischio di appartenenza politica e siano elemento di garanzia per tutti e possano provenire per esercitare i loro compiti istituzionali da qualsiasi regione e citta’ del territorio nazionale”.