05 Mag 2020 coronavirus, salute sicurezza,
All’inizio, la crisi legata alla diffusione dell’epidemia da Covid19 ha creato una situazione confusa che è evoluta rapidamente. Le persone hanno cominciato a paragonare il contesto che si trovavano di fronte alla fine del mondo e alle notizie relative agli ospedali sovraffollati e all’incapacità del sistema sanitario di far fronte al carico di malati ha fatto seguito la preoccupazione relative alle scorte alimentari. Il panico rappresenta un elemento ricorrente nelle fasi iniziali di tutti i contesti di crisi, ma sebbene ancora non si possa tracciare un bilancio dell’efficacia delle misure adottate nel contenimento della diffusione della pandemia, una cosa sembra essere certa: la conseguenza della quarantena di massa, il cosiddetto lockdown, è la paura. La paura di infettarsi, alla paura di infettare, la paura per i figli o per i genitori anziani, la paura della crisi economica… Questa è stata alimentata e amplificata inevitabilmente dalla narrativa che ha accompagnato l’aumentare dei casi, delle morti e di un bollettino quotidiano che molto spesso è stato rappresentato come un bollettino di guerra. I fattori che in questo contesto ne hanno condizionato l’evoluzione sono stati molteplici.
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