11 Mag 2009
Berlusconi non solo ignora le critiche dell’Onu, della Chiesa, dell’opposizione, dei sindacati e di un eterogeneo schieramento di associazioni riguardo ai respingimenti, ma sposa in tutto e per tutto le tesi della Lega e si dichiara contro l’Italia multietnica. Lo fa una prima volta a Palazzo Chigi presentando il 9 maggio il bilancio della sua politica estera e torna a ribadirlo nei giorni successivi rendendo gongolante la Lega, che addirittura gli darebbe la tessera. Berlusconi cerca così di contendere spazio politico all’alleato leghista in vista degli appuntamenti elettorali di giugno nonchè di sviare l’attenzione dai problemi del Paese e dalle sue vicende personali, e poco gli importa dei danni che arreca al tessuto civile. Immediate le reazioni. La Cei risponde che l’Italia è già un paese multietnico e multiculturale e giudica tale pluralità un valore. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, invita a non fare demagogia per compiacere la Lega. Giovanna Melandri, del Pd, afferma: “Vogliamo un paese fondato sul rispetto, non su istinti razzisti. Sì” continua “noi abbiamo un’idea diversa dell’Italia signor presidente del consiglio: multietnica, pluralista, libera, un paese fondato sul lavoro e sul rispetto. Di persone oneste e sincere che si impegnano in quello che fanno con passione e fatica. Un paese in cui non conta il colore della pelle, la razza o la religione, ma piuttosto l’onestà e la sincerità del cuore. Sì, presidente Berlusconi: abbiamo in mente un’Italia molto diversa dalla sua”.
Entro giovedì, intanto, dalla Camera dovrebbe arrivare il via libera al ddl sulla sicurezza. Poi il testo tornerà in Senato.