16 Mar 2021 amianto, asbestosi, bonifica amianto, mesotelioma, rischio amianto, salute sicurezza,
L’amianto è stato largamente impiegato in passato per le molte proprietà (termoisolanti, fonoassorbenti, resistenza agli agenti chimici, all’abrasione e all’usura, facilità nel legarsi con vari materiali) e il basso costo. Il problema è che la struttura fibrosa “che conferisce all’amianto le importanti proprietà tecnologiche citate è altresì responsabile della nocività per la salute di questi minerali la cui potenziale pericolosità è determinata dalla caratteristica di elevata sfaldabilità e dal conseguente rilascio di fibre inalabili aerodisperse nell’ambiente”.
L’amianto è, infatti, un materiale “costituito da piccolissime particelle allungate (fibre), le quali, inalate dall’uomo, tendono a concentrarsi nei bronchi, negli alveoli polmonari e nella pleura, provocando danni irreversibili ai tessuti epiteliali”. E dunque la pericolosità dei materiali contenenti amianto (MCA) è “proporzionale alla tendenza a rilasciare fibre e quindi i MCA privi di matrice o con matrice friabile, caratterizzati da estrema facilità di liberazione di fibre, saranno da considerarsi maggiormente pericolosi rispetto a MCA a matrice compatta, come il cemento-amianto o il vinil-amianto, nei quali la matrice trattiene le fibre impedendone l’aerodispersione”. Tuttavia anche i MCA originariamente compatti “con l’avanzamento del degrado, tendono a rilasciare un maggior quantitativo di fibre”.
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