22 Mar 2010
Modena, 22 marzo 2010
Anche il boss camorrista Perrone ‘o pazzo scrive da Modena al Presidente Napolitano per chiedere lo stop delle intercettazioni telefoniche che lo perseguitano ed umiliano.
“…sono costantemente ascoltato e seguito, in totale dispregio della privacy e dell’intimità personale…oppresso nella libertà di cui ogni cittadino della Repubblica Italiana ha il sacrosanto diritto !”
Se la prende per gli stringenti controlli investigativi ed intercettazioni telefoniche ed ambientali :
“…poteri smisurati concessi ai rappresentanti delle Forze dell’Ordine…contro me che sono un cittadino onesto e dedito al lavoro, ma…signor Presidente, a tutto c’è un limite…”.
Parole accorate di Perrone ‘o pazzo, scritte al Capo dello Stato dalla sua “reggia di Nonantola”, attrezzata anche per intercettare – a sua volta – le frequenze radio della polizia: par condicio in salsa di camorra !
Ciò è quanto reso noto ieri dalla stampa, che ci racconta lo sdegno del boss contro l’efficace azione investigativa di poliziotti e magistrati a suo parere troppo zelanti .
Sempre ieri, la stampa riportava gli stessi concetti e parole di sdegno, riproposti in un comizio molto applaudito in una piazza romana, contro le intercettazioni di investigatori troppo “talebani”. Ma questo è un altro discorso.
Le intercettazioni si sono dimostrate ancora una volta strumento indispensabile ed irrinunciabile per la conduzione di complesse e moderne indagini contro la criminalità ed il malaffare. La Cgil esprime grande riconoscimento al notevole lavoro dei giudici e poliziotti, ma resta il problema fondamentale – anche per la realtà emiliana e modenese – del contrasto ai fenomeni di penetrazione criminale.
Siamo ad un punto di svolta, caratterizzato da alcuni elementi:
– le infiltrazioni camorriste/mafiose in settori della nostra economia, sono accertate e ciò significa che hanno trovato spazi economici (quanto ancora marginali?) in alcuni settori più “attraenti”(edilizia,servizi,pubblici esercizi,ecc.);
– le Associazioni economiche e delle professioni, dopo una fase di dubbi e qualche sottovalutazione, stanno passando ad una più fattiva consapevolezza, accelerata dalla crisi economica la cui gravità espone di più tante piccole imprese;
– l’abbassamento delle soglie normative volute da una certa cultura di governo, nelle regole di controllo su appalti e subappalti, fiscalità e condoni, tracciabilità dei pagamenti, deregolazione dei rapporti di lavoro, ecc… hanno favorito e non ostacolato l’esposizione a fenomeni di illegalità e comportamenti collusivi in ampi strati della società e dell’economia;
– le Istituzioni Locali e quelle dello Stato nel territorio sono passate da una fase di denuncia e allarme su singoli segnali di presenza del malaffare criminale, alla consapevolezza che occorre un contrasto “di sistema”.
– La proposta molto concreta ed innovativa del nuovo Procuratore Zincani di avviare un “Osservatorio” sulla penetrazione della criminalità organizzata in economia, rappresenta una novità che impone a tutti i soggetti la necessità di assumere responsabilità più nette e impegnative, oltre i vaghi e generici impegni “contro la mafia” .
L’attivazione urgente dell’Osservatorio, la sua operatività effettiva, e poi la sua “imitazione” in ogni altro territorio del Paese, rappresenta una sfida dalla quale sarà difficile tirarsi indietro anche per le Associazioni economiche più fredde e diffidenti.
Dichiarare in astratto la collaborazione nella lotta all’inquinamento della economia è una rituale a cui non ci si nega. Altra cosa è invece la scelta di accogliere la sfida con comportamenti quotidiani attenti e disponibili a segnalare ogni irregolarità, ogni intimidazione, ogni pressione.
Tutto ciò che può essere messo” in rete” e nel filtro dell’Osservatorio Investigativo contro la criminalità , contiene una potenzialità enorme .
Associazioni imprenditoriali, Sindacati confederali e di categoria,Enti locali e Consorzi, Aziende pubbliche, Istituti previdenziali e del Lavoro, Banche ed Assicurazioni, Associazioni del volontariato e dei consumatori, Ordini professionali e Consulenti, e tanti altri soggetti della rappresentanza sociale ed economica, costituiscono quel tessuto democratico sano ed invalicabile per il crimine organizzato.
Franco Zavatti Cgil Modena
Dipartimento Cgil regionale contrattazione e sicurezza