14 Set 2009
L’Italia deve contrastare l’immigrazione illegale, ma deve far salva la possibilità di chiedere e ottenere asilo. E’ un passo di una risposta all’agenzia giapponese Kyodo che lo ha intervistato. Ecco di seguito il testo integrale.
L’Italia e il Giappone hanno come problemi comuni la diminuzione e l’invecchiamento della popolazione e l’incertezza nei riguardi delle misure di accoglienza degli stranieri. Come misura per risolvere il problema della diminuzione e dell’invecchiamento della popolazione e riuscire a dare impulso al Paese, pensa che l’inserimento e l’utilizzo al meglio di stranieri per lavori che richiedono particolari capacità e nell’impiego pubblico sia la migliore politica?
I nostri due Paesi hanno effettivamente alcuni tratti comuni, come l’invecchiamento della popolazione, la riduzione della forza lavoro e la crescita della spesa pensionistica. Non credo peraltro che le situazioni dei due Paesi siano assimilabili in tutti gli aspetti.
L’Italia deve certamente mirare ad un elevamento del proprio tasso di natalità attraverso politiche ben concepite e gestite di sostegno alla maternità e alle famiglie. E deve anche affrontare il tema di ogni possibile coinvolgimento nella vita sociale di persone anziane ancora in grado di contribuire al soddisfacimento di bisogni collettivi, allo sviluppo di servizi d’interesse pubblico. Naturalmente, ciò non toglie che rimangano esigenze obbiettive di ricorso a manodopera immigrata per coprire una domanda di lavoro altrimenti destinata a restare insoddisfatta, soprattutto nei settori in cui non è disponibile manodopera italiana, e anche in modo da equilibrare e rendere sostenibile un sistema pensionistico di livello adeguato.
E dunque, l’Italia non può non portare avanti una politica volta a favorire l’afflusso di lavoratori immigrati da paesi che non appartengono all’Unione Europea : sulla base, sia chiaro, di regole, limitazioni e controlli che le nostre leggi già prevedono. Esse nello stesso tempo prevedono un forte impegno per integrare nella nostra società e nel nostro Stato di diritto le comunità degli immigrati.
Al tempo stesso, occorre, sulla base di chiare direttive dell’Unione Europea, contrastare fortemente il flusso di immigrazione illegale alimentato da organizzazioni criminali. Quel che caratterizza l’Italia rispetto al Giappone è appunto il crescere di questo flusso negli ultimi anni. Naturalmente, l’azione volta a contrastarlo deve far salva la possibilità di chiedere e ottenere l’asilo, come diritto internazionalmente riconosciuto e inalienabile, per quanti fuggono da situazioni di guerra, di negazione o di messa a repentaglio di diritti umani fondamentali.
Fonte: Presidenza della Repubblica, 14.09.2009