20 Mag 2008
La CGIL di Castelfranco esprime profonda preoccupazione circa le notizie apparse sui giornali in questi giorni e che riguardano le scelte urbanistiche che il Comune di Castelfranco propone nel nuovo PSC e su questo chiediamo l’avvio di un confronto che coinvolga anche le Organizzazioni Sindacali.
Siamo preoccupati perché la crescita di abitanti che si prospetta (con l’obiettivo di rallentare l’espansione edilizia e demografica!!!!) prevede un incremento del 20% in soli 10 anni e lo si prevede in una realtà che già negli anni scorsi ha avuto un forte trend di crescita, forse il maggiore in provincia.
Basta inoltre leggere con attenzione i dati dell’Osservatorio Economico e Sociale della Provincia di Modena per capire che incrementi demografici su base annua ben superiori alla media provinciale, intorno allo 0,8%, riguardano non solo il Comune di Castelfranco Emilia, ma altri comuni sempre del distretto, quali Bastiglia, Bomporto e Nonantola. Per tutti la crescita tendenziale annua è stata oltre il 2%.
Allora non basta genericamente dire che rispetto a queste scelte prospettate i “servizi saranno adeguati” perché già oggi nel nostro sistema economico-sociale è possibile evidenziare alcune criticità: occorre che Castelfranco e gli altri Comuni del Distretto avviino una riflessione comune per trovare soluzioni integrate a garantire le risposte ai bisogni della popolazione.
Occorre che anche il sistema delle imprese sappia selezionare gli interventi e le priorità e che anche nelle scelte di ampliamento delle aree produttive si parta dalla riqualificazione delle aree dimesse.
Occorre prioritariamente ripensare al sistema di welfare, perché esso sia in grado di rispondere a domande sempre maggiori e sempre maggiormente diversificate.
La crescita delle persone anziane e la ripresa della natalità (all’interno di nuclei familiari sempre più ridotti e reti di sostegno più fragili), insieme all’incremento della popolazione immigrata e ai necessari interventi per una vera integrazione, si pongono come questioni cruciali per le scelte distrettuali, oltre che per quelle provinciali.
A differenza di altre province italiane, la realtà modenese continua a crescere e ad esercitare capacità di attrazione, ma la CGIL continua a denunciare la qualità di questa crescita, basata quasi esclusivamente sulla quantità ed accompagnata dall’aumento delle tensioni sociali e dalla crescita della precarizzazione dei rapporti di lavoro.
Continuiamo a chiedere che le politiche siano attente e consapevoli delle scelte necessarie a governare lo sviluppo affinché lo stesso sia sostenibile e di qualità: per queste ragioni chiediamo di essere coinvolti in una discussione i cui esiti saranno dirimenti per comprendere gli scenari futuri.