PROCESSO AEMILIA, COSA RACCONTA AL TERRITORIO? INIZIATIVA CGIL GIOVEDI’ 14 GIUGNO A SAN FELICE SUL PANARO

13 Giu 2018 aemilia, cgil emilia romagna, cgil informa, cgil modena, legalità, ndrangheta, processo aemilia, san felice sul panaro,

La Cgil di Modena promuove per domani giovedì 14 giugno 2018 l’incontro pubblico “Processo Aemilia, cosa racconta al territorio?”. L’iniziativa si svolge alle ore 20.30 presso l’Auditorium di San Felice sul Panaro (Viale G. Campi, 43). Partecipano Erminio Veronesi della segreteria Cgil Modena, il giornalista Paolo Bonacini che sta seguendo per conto del sindacato il processo Aemilia (forum “Cgil Legalità: l’Emilia oltre Aemilia”), Gian Andrea Ronchi avvocato di parte civile per la Cgil di Modena e Reggio Emilia, Mirto Bassoli della segreteria Cgil Emilia Romagna.

Dopo due anni di dibattimento, dove sono stati ascoltati centinaia di testimoni, sta arrivando a conclusione il processo Aemilia: il più grande processo per mafia al Nord Italia, che ha messo al centro l’infiltrazione ‘ndranghetista nel tessuto socio-economico della regione Emilia Romagna, compresa l’Area Nord Modenese e il Reggiano.
La Cgil di Modena e quella di Reggio Emilia, insieme a Cgil Cisl e Uil regionali, si sono costituiti parte civile al processo per il danno subito in termini di compressione del diritto di rappresentanza sindacale e per la grave lesione dei diritti dei lavoratori causata dalla presenza mafiosa nelle aziende del territorio regionale.
Nell’udienza dello scorso 24 maggio i legali della Cgil hanno concluso esprimendo la “necessità che la sentenza ricomponga il quadro dei diritti Costituzionali di chi lavora, sfigurati dall’azione della cosca criminale”.
Dalle testimonianze e dalle prove acquisite nel processo, emerge un quadro del mondo del lavoro calpestato, sfruttato, minacciato, sottopagato, umiliato, spaventato, proprio per la penetrazione della ‘ndrangheta nelle attività economiche.
Se non c’è libertà non c’è rappresentanza. Se i lavoratori non possono scegliere e decidere, i sindacati non possono esistere ed operare. E’ questa la principale ragione della costituzione di parte civile, ed il rischio che corre un mondo del lavoro alterato e violentato dalle pratiche illegali, definendo così il danno patrimoniale, morale e democratico che subisce la Cgil dalla presenza della ‘ndrangheta in Emilia Romagna.
I Pubblici Ministeri hanno chiesto condanne pesantissime per gli imputati, in merito alle quali il Collegio giudicante si esprimerà entro poche settimane. Tuttavia è già ora evidente l’enormità di un quadro che descrive la condotta messa in atto dalla autonoma associazione mafiosa di stampo ‘ndranghetista sottoposta a processo: intimamente connessa con le attività economiche del territorio emiliano; perfettamente in grado di infiltrarle e di egemonizzare interi settori del mercato, capace di intervenire nei settori privati, come in quelli pubblici, nei trasporti come nell’edilizia o altrove, spesso con la complicità di una parte del mondo imprenditoriale e professionale, sostituendo i meccanismi concorrenziali con quelli intimidatori propri del metodo mafioso; in grado anche di penetrare o cercare complicità nel tessuto sociale ed in quello istituzionale.

Di questo e di tanti altri aspetti del processo Aemilia e dell’infiltrazione della criminalità organizzata in Emilia Romagna, si parlerà appunto nell’iniziativa del 14 giugno a San Felice sul Panaro aperta al pubblico.

 

Modena, 5 giugno 2018

 

Volantino (formato pdf)

 

Processo Aemilia - 14/6/2018 se ne parla a San Felice sul Panaro

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