07 Set 2009
Dall’ultimo numero di Rassegna Sindacale, il 32 del 3-9 settembre 2009, proponiamo un articolo di Piero Soldini, del Dipartimento immigrazione Cgil nazionale, sulla regolarizazione in corso di colf e badanti, “un’operazione figlia di una legge razzista”.
La regolarizzazione vigliacca
di Piero Soldini
Dal 1° settembre fino al 30 settembre si presenteranno le domande di regolarizzazione per colf e badanti.
Si tratta di una “regolarizzazione vigliacca” perchè arriva dopo una legge razzista (pacchetto sicurezza) che trasforma tutti gli immigrati irregolari in criminali, salvo accorgersi che in questa condizione si trovano centinaia di migliaia lavoratrici e lavoratori colf e badanti che lavorano nelle nostre case e che se non ci fossero metterebbero in ginocchio le nostre famiglie. E siccome la famiglia è sacra e “la serva serve” allora per loro scatta la regolarizzazione.
Ben venga, comunque, questa regolarizzazione e noi come Cgil ci impegneremo perchè sia fatta al meglio. Questo non è affatto scontato perchè, come al solito, il governo cerca di gestirla con procedure restrittive e disagevoli; e fornendo indicazioni volutamente confuse.
Per esempio, occorre fare chiarezza sul pagamento dei 500 euro, questa somma deve essere pagata esclusivament e tassativamente dal datore di lavoro e se il datore di lavoro si rifiuta di pagare e quindi di accedere alla procedura di regolarizzazione, il lavoratore e la lavoratrice che si trovano nel diritto di accedere dovranno rivolgersi al sindacato per impostare una vertenza.
La seconda cosa che occorre chiarire è che tutti quei lavoratori che perderanno il datore di lavoro, o perchè muore o perchè li licenzia, dopo aver fatto la domanda, dovranno avere la possibilità di cercarne un altro con il quale presentarsi alla convocazione. Se non lo troveranno nello spazio temporale che precede la convocazione, dovranno avere diritto ad un permesso di soggiorno di 6 mesi per attesa occupazione, così come avviene di prassi sia per il decreto flussi che per le regolarizzazioni precedenti a questa.
Il terzo aspetto da sottolineare riguarda il fatto che se il governo ha davvero capito che il lavoro delle assistenti familiari è socialmente utile per le famiglie italiane, per il nostro welfare e per il funzionamento del nostro sistema socio-economico, così come provano da ultimo i dati della Banca d’Italia, e così come è stato enfaticamente affermato da tutti, ministri compresi, allora non basta la regolarizzazione, ma occorrono provvedimenti che defiscalizzino gli oneri di questo lavoro dal reddito delle famiglie, che generalizzino la formazione degli addetti e l’acquisizione di un più elevato standard pofessionale e riconoscano a questi lavoratori e lavoratrici diritti contrattuali essenziali: giusto salario, orario, riposi, ferie, malattia, ecc., diritti che oggi non sono esigibili nella stragrande maggioranza di rapporti di lavoro anomali, fatti di sottosalari e semiconvivenza, convivenza e spesso privazioni di libertà personale. Se non si interviene con provvedimenti strutturali che stabilizzino e qualifichino questo lavoro, che oggi è in assoluto il più precario e sregolato che c’è, la regolarizzaione sarà solo momentanea e in poco tempo queste lavoratrici rischieranno di ritrovarsi di nuovo irregolari e passibili di criminalizzazione.
La quarta cosa che è bene chiarire come Cgil è che noi continuaiamo a chidere con forza una regolarizzazione di tutti gli immigrati, comunitari ed italiani, che lavorano in nero in tutti gli altri settori: edilizia, agricoltura, industria, commercio e servizi. Secondo le nostre stime ce n’è una quantità analoga a quella di colf e badanti e chi potrebbe affermare che il loro lavoro è meno utile, socialmente ed economicmente non necessario? Oppure chi potrebbe sostenere che loro possono continuare a lavorare in nero? Come si potrebbe ipotizzare per loro una criminalzzazione di massa? Questi lavoratori, anche se venissero accusati di reato di clandestinità ed espulsi, cosa concretamente impossibile, avrebbero comunque diritto ad avere riconosciute tutte le loro spettanze salariali e contributive secondo una Direttiva Ce (la n. 52 in vigore dal 30/6/2009).
Pe queste ragioni e per cambiare la politica xenofoba e razzista di questo governo che produce discriminazioni inaccettabili sul nostro territorio e tragedie sul mare con i respingmenti, la Cgil non mancherà di mobilitarsi in questo caldo autunno che sta pe cominciare.