01 Feb 2022 banca d'Italia, criminalità mafiosa, emilia romagna, illegalità, infiltrazioni malavitose, modena, money transfer, paradisi fiscali, report, riciclaggio, sospetto riciclaggio, Uif,
Con la fine di gennaio, esce la mazzata del Report Banca d’Italia-UIF che riporta i dati sulle “segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio” economico/finanziario del secondo semestre 2021.
Attività “sospette”? No. Molto radicate, diffuse e sempre più attendibili. E’ lo stesso Report che a pag.6 certifica che nell’anno appena trascorso, le segnalazioni ricevute sono state “valutate rilevanti” nel ben 92% dei casi.
Non solo “numeri” ma dati reali che ci dicono di una nostra economia sempre più abitata da una imprenditoria più cedevole ed incline ai reati fiscali e lavorativi, false fatturazioni, lavoro nero e truffe contributive. Una realtà che rigonfia i portafogli coi fondi neri che poi, per “essere recuperati” vanno riciclati…I dati del secondo semestre consentono di vedere l’intero andamento annuale.
Un anno alle spalle appesantito dal Covid, con tristi e dure conseguenze sul lavoro e le tantissime famiglie più povere, ma ancor più colpito dall’accesso virale del riciclaggio illegale e malavitoso, accresciuto in Italia di + 23,3% di segnalazioni attendibili.
Tant’è che a livello nazionale, nel solo ultimo semestre la UIF ha dovuto “trasmettere agli Organi Investigativi e Giudiziari” ben 69.659 fascicoli di riciclo: quasi diecimila in più rispetto all’analogo periodo del 2020.
Ma a casa nostra? In Emilia Romagna l’anno appena passato si è chiuso con 9.570 segnalazioni di riciclaggio economico – 27 ogni giorno – con ben 1.760 casi in più (vedi allegato) rispetto all’anno precedente! Quattro regioni pesano più di noi: Lombardia, Lazio, Campania, Veneto, poi arriva l’Emilia Romagna e ci seguono Sicilia, Puglia, Piemonte e Calabria…
Un 2020 che ha visto tre nostre province Emilianoromagnole con oltre 1.000 segnalazioni partire dal loro territorio, ma un 2021 che vede ben cinque nostre province oltre il migliaio: Bologna con 2.151 ricicli (+16,1%), poi al secondo posto Modena con 1.326 fascicoli (+25,1%) e seguono Reggio Emilia con 1.270, Rimini con 1.033 e Parma con 1.014.
Se il Decreto che ha introdotto i quattro colori per le Regioni in base al peso Covid, fosse integrato anche con la mappatura colorata delle Regioni, in base al virus riciclaggio la nostra Emilia Romagna sarebbe proprio in “zona rossa”.
Gli ultimi dati semestrali del 2021 confrontati con gli andamenti dello stesso secondo semestre 2020, registrano però la provincia di Modena al primo posto per l’incremento: da 542 segnalazioni a 679 in soli sei mesi!
Le nostre provincie regionali sono, inoltre e purtroppo, tra le più rosse nella mappatura dei territori maggiormente coinvolti con imprese, professionisti e “prestanome”, nel traffico finanziario illecito verso i Paesi cosiddetti “paradisi fiscali” (vedi allegato).
Un dato nazionale incredibilmente moltiplicato, che vede un 2021 con ben 19.510 denunce per “money transfer”, rispetto alle 4.738 del 2020. Un balzo annuale di + 109,2%!
Chi esegue l’obbligo di legge di inviare alla Banca d’Italia i dati dei casi sospetti? E’ il caso di riflettere sui dati ufficiali dell’ultimo anno trascorso: 77mila segnalazioni sono partite dalle strutture di banche e poste, circa 4.700 da studi notarili e… solamente 33 dagli avvocati di tutta Italia!
Il Report UIF riferisce un nuovo dato riguardante le segnalazioni pervenute anche da “Uffici della Pubblica Amministrazione”. Il ruolo degli Enti pubblici è ovviamente fondamentale nella lotta preventiva al riciclaggio e che assumerà ulteriore rilievo con l’avvio operativo degli straordinari investimenti del Pnrr nei territori. Ebbene, dalla Pubblica Amministrazione proviene un’attività segnaletica troppo esigua: nello scorso intero anno e in Italia, solo 128 fascicoli. Le Regioni con uffici pubblici che si sono più attivati sono Lazio, poi Lombardia e al terzo posto Emilia Romagna, però con soli 4 Enti che si sono mossi!
Un quadro sempre più preoccupante e punitivo per la nostra legalità.
E’ preziosa l’attività UIF-Banca d’Italia quale sistema utile alla prevenzione di una crescente attività malavitosa. Ma non può bastare.
La chiave preventiva decisiva si attiva nei territori, coinvolgendo le parti fondamentali della società. Il sindacato lo indica con forza e da tempo. Abbiamo bisogno di valutare e soppesare concretamente questi dati UIF in ogni provincia per capirne le reali radici territoriali e settoriali.
Solo le Prefetture possono riunire il Tavolo per la Legalità e tradurci quei dati, in ogni provincia, e dire in quali settori economici sono più invasivi, in quali zone del territorio e le credibili entrature malavitose e mafiose.
Non ci interessano i nomi, ma il “dove e il come” da valutare insieme, fra Istituzioni locali, Associazioni imprenditoriali e dei professionisti e Sindacati.
Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità
Modena, 1/2/2022
Servizio Tg Trc Modena, edizione del 8/2/2022
Servizio del Tg Tv Qui Modena, edizione del 1/2/2021