17 Dic 2012
Modena, 17 dicembre 2012
Le assistenti familiari (le cosiddette “badanti”) sono forse 10.000 nella provincia di Modena, quasi esclusivamente donne e straniere.
Sono ormai uno dei pilastri del sistema di welfare, tanto fondamentali quanto generalmente sottovalutate.
La crisi economica non ha influito in modo rilevante sul numero delle assistenti familiari, ma certamente ha portato ad una crescita delle illegalità nei rapporti di lavoro, e la contemporanea forte crescita di una “imprenditoria” piratesca.
Vi sono soggetti che si presentano come agenzie “tutto compreso”, con tariffe mensili anche di 2.000 euro per le prestazioni di una assistente familiare a tempo pieno. Ma spesso, mentre l’anziano paga regolarmente l’agenzia, la lavoratrice non riceve nulla per mesi. A volte si è scoperto che non esisteva alcun rapporto di lavoro, e l’anziano è stato chiamato in causa come responsabile delle illegalità.
Più recentemente si sta facendo strada la figura della “badante libera professionista” a Partita IVA.
Sembra incredibile ma ecco la descrizione testuale di questa figura, come riportato nei contratti di prestazione, proposti da uno di questi soggetti attivo a livello nazionale ma con unica sede dichiarata nel modenese:
“ Il consulente svolgerà la propria opera con lavoro proprio senza assoggettamento dello stesso ad alcun vincolo di subordinazione verso il committente e senza obbligo disciplinare…… utilizzerà beni materiali di sua proprietà secondo metodiche d’avanguardia con l’utilizzo di tecniche e procedimenti operativi di sua esclusiva ed individuale scelta.”
Ovviamente, con tanta premessa, non potevano essere permesse ferie (ma al raggiungimento dell’anno si ottiene una settimana) o qualsivoglia altro diritto.
Ed il salario? La bellezza di 900 euro mensili onnicomprensivi per una prestazione che non ha limiti d’orario, e dove il riposo settimanale è di sole 12 ore, rispetto alle 36 del Contratto Nazionale. L’assenza di TFR, tredicesima, contributi ecc. ecc., porta ad una riduzione di costi superiore al 50% per l’agenzia. Proprio in questo 50% sta l’utile di questi “imprenditori”, che alle famiglie fanno pagare ben altre somme.
Ecco quindi la nuova figura di badante-manager in tailleur che, con metodiche d’avanguardia e mezzi propri, cura l’anziano decidendo autonomamente orari e tempi dei pasti, del sonno, dell’igiene personale.
Una truffa vera e propria, sia ai danni di lavoratrici spesso non in grado di comprendere i contenuti delle proposte di lavoro, ma anche degli anziani e delle loro famiglie. Una situazione di illegalità rispetto alla quale deve crescere l’interesse di Istituzioni ed Organismi di controllo.
La Filcams/Cgil inizierà d’ora in poi a fare pubblicamente i nomi dei molti pirati che operano nel settore.
Filcams/Cgil Modena