OCCUPAZIONE: NONOSTANTE IL JOBS ACT, A MODENA TUTTO COME PRIMA. SOLO 1 CONTRATTO SU 4 È A TEMPO INDETERMINATO

11 Dic 2015 contratto, jobs act, voucher,

Modena, 11 dicembre 2015

Sono stati pubblicati, sul sito della Regione Emilia Romagna, i dati sul mercato del lavoro in regione.
Dal focus sulla provincia di Modena emergono rilevazioni interessanti, anche se comunque parziali.
Nel periodo gennaio-settembre 2015 sono stati 105.117 i contratti stipulati, di cui 81.000 a tempo determinato e solo 24.117 a tempo indeterminato.
In termini percentuali il 23% delle assunzioni è a tempo indeterminato, mentre il restante 77% degli assunti si trova in condizioni di precarietà.
Praticamente non è cambiato nulla rispetto a quanto accade da ormai diversi anni sul nostro territorio.
Da anni le proporzioni tra occupati a tempo indeterminato e determinato sono le stesse: ogni 4 nuovi contratti solo uno è a tempo indeterminato. Era così negli anni scorsi, continua ad essere così anche oggi, nonostante l’enorme propaganda sui presunti effetti del Jobs Act.  Dunque a ridare fiato all’occupazione non è servita la cura da cavallo del Governo fatta di massicci incentivi economici e drastico taglio dei diritti per i lavoratori.

Certo, aumentano rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso i contratti a tempo indeterminato (+23%), ma va ricordato che una spinta decisiva all’utilizzo di questa tipologia contrattuale viene da almeno due fattori: dalla fragile ripresa dettata però dalla congiuntura internazionale e dai corposi incentivi di cui beneficiano le imprese che assumono a tempo indeterminato. Oltre 8.000 euro all’anno per 3 anni, per un totale di oltre 24 mila euro. Cosa accadrà dal primo gennaio 2016, quando gli importi di questi incentivi diminuiranno notevolmente?

Dai dati non è possibile desumere quanti tra quelli indicati siano nuovi contratti (e quindi nuova occupazione) e quanti invece trasformazione di preesistenti contratti a Tempo Determinato. E’ verosimile però che, analogamente a quanto accade sul piano nazionale, buona parte di questi lavoratori fossero già occupati con contratti a termine e poi stabilizzati per poter fruire degli sgravi dando luogo all’effetto sostituzione.

Altro dato che non è possibile ricavare da quanto pubblicato dalla Regione è quello relativo ai disoccupati e di conseguenza diventa difficile avere un quadro completo su ciò che accade realmente al Mercato del Lavoro di un territorio: se si dice solo quanti sono quelli che lavorano, ma non si dice qual è la forza lavoro disponibile si crea, strumentalmente, della confusione.

Così come nulla si dice anche rispetto al massiccio utilizzo nella nostra provincia dei voucher, nuova frontiera della precarietà. Sappiamo dall’INPS che in tutta la regione ne sono stati venduti la bellezza di 6.397.495 nel primo semestre 2015. E’ estremamente probabile che una buona parte siano stati venduti anche in provincia di Modena, inquinando non poco il già precario mondo del lavoro.

In conclusione, auspichiamo di poter avere presto numeri più dettagliati per poter avere un quadro completo. Ma già da questi primi dati è evidente che sotto il vestito della propaganda sul Jobs Act non c’è davvero niente: non si crea occupazione nuova e stabile. E nei fatti non sono stabili neppure i nuovi contratti a “Tutele Crescenti”, dove la definizione di Tempo Indeterminato è palesemente ingannevole.
Riassorbire l’occupazione persa dall’inizio della crisi economica non sarà semplice né tantomeno veloce: le imprese che assumono continuano a preferire le forme contrattuali precarie, pregiudicando pesantemente il futuro di intere generazioni di lavoratori. Un tema, quello del rilancio dell’occupazione stabile e di qualità, su cui sarebbe bene avviare una discussione pubblica fuori da ogni propaganda.

Claudio Riso, responsabile mercato del lavoro Segreteria Cgil Modena


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