BENI CULTURALI: IL CAOS DELLE NOMINE E LA DIMOSTRAZIONE CHE L’ARROGANZA NON PAGA

30 Mag 2017 beni culturali, dirigenti, fp,

Modena, 30 maggio 2017

 

In questi giorni si stanno succedendo notizie di varia natura in merito alla sospensione delle nomine dei dirigenti di alcuni istituti culturali italiani, tra cui la direttrice dei complessi museali di Modena e Ferrara.
Le notizie che si stanno susseguendo appaiono mirate a distogliere l’opinione pubblica dalle reali motivazioni che il Tar del Lazio ha addotto per l’annullamento di alcune delle recenti nomine effettuate dal dicastero governato dal Ministro Franceschini.
Infatti i tecnici del Ministero dei beni culturali preposti alle selezioni dei nuovi dirigenti hanno adottato procedure che definire discutibili è un mero eufemismo, visto che le prove orali alle quali sono stati sottoposti i concorrenti neo nominati si sono svolte a porte chiuse precludendo la presenza di qualsiasi uditore.
Ma addirittura, per alcuni di essi, anche con una metodologia tutt’altro che lineare visto che si è proceduto adottando il metodo in streaming in quanto i candidati erano assenti dall’ Italia.
Non vogliamo scendere nei dettagli delle prove ma, francamente è proprio la metodologia adottata dal Ministero che avrebbe dovuto stupire il Ministro Dario Franceschini e non solo oggi ma addirittura mesi or sono.
Invece il messaggio che si sta cercando di trasmettere è quello che la sentenza del Tar esprimerebbe una preclusione all’accesso agli stranieri con la volontà di nascondere le reali motivazioni a partire dal rispetto della legislazione italiana in materia di nomina di dirigenti oltre ad una legittima riflessione sul fatto che il dicastero della cultura non è affatto carente di dirigenti capaci, prova ne è che alcuni siti museali importanti nel mondo sono gestiti proprio da italiani.
Ma al di là di ogni commento occorrerebbe ricordare a tutti coloro che oggi gridano allo scandalo che basterebbe leggere la sentenza del Tar composta da 33 pagine per capire che le motivazioni addotte dai giudici amministrativi sono conseguenti all’applicazione della Legge i cui contenuti forse sono sfuggiti sia al Ministro Franceschini, ai suoi tecnici del Ministero, e per ultimo all’ex Presidente del Consiglio che non ha lesinato la sua personale interpretazione della teoria della modernità.
Per fortuna oggi non vale per tutti la teoria che affida a chi comanda il potere di decidere in barba ad ogni principio di rispetto della legislazione e della giustizia.
Questa ennesima triste vicenda vede coinvolta anche la nostra provincia visto che colei a cui era stata affidata la gestione dei Musei Estensi modenesi, oggi è sospesa del suo incarico, e pertanto al momento sono sospese varie iniziative assunte. Per la loro discutibilità, alcune di esse (ad esempio la chiusura della sala lettura della biblioteca Estense) avevano indotto la Fp/Cgil ad una presa di posizione tutt’altro che di condivisione auspicando un’inversione di tendenza sia a Modena che a Ferrara dove la Pinacoteca rimane aperta solo 3 giorni alla settimana.
Per questi motivi riteniamo che la sentenza del Tar sia il naturale epilogo dei legittimi ricorsi presentati da coloro che hanno visto violentata la trasparenza e soprattutto il rispetto delle leggi italiane e che nulla hanno a che fare con le teorie diffuse da chi interpreta le leggi a modo proprio.

Vincenzo Santoro Fp/Cgil Modena

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