28 Mag 2019 infortunio lavoro, infortunio mortale, italpizza, lavoro irregolare, malattia professionale, part time, precariato, salute sicurezza,
Dati veri, e non solo numeri, che descrivono una cruda realtà insita al nostro mondo del lavoro, di cui se ne parla poco, e di cui troppo poco se ne occupano le strutture della nostra società economica e produttiva.
Anche le tante liti, promesse e contratti urlati dai due capi-cordata del Governo, mai affrontano il forte peggioramento delle condizioni lavorative.
Se “cresce il numero” degli occupati, senza però nessun incremento del totale di ore lavorate, significa che aumenta il precariato ed il lavoro part-time, strettamente accompagnato dal crescente lavoro irregolare e/o in nero e dal peggioramento di infortuni ed incidenti gravi.
I più recenti dati ufficiali ed ispettivi, confermano queste valutazioni e linee di mobilitazione e vertenzialità del sindacato.
Un percorso scabroso e preoccupante, ulteriormente confermato dagli ultimi dati Inail col Report su “Denunce di infortunio sul lavoro – Casi mortali – Malattie professionali” per l’intero anno 2018, e con l’aggiunta dei pesanti dati che arrivano fino al 1° trimestre 2019 (in allegato).
Un anno passato che ha sofferto di ben 641.261 lavoratori e lavoratrici vittime di infortuni a livello nazionale e con l’incredibile esito mortale per 1.133 donne e uomini caduti sul lavoro e che aumentano del 10,12% sull’anno precedente !
La nostra Emilia Romagna indossa la medaglia d’argento nero, quale 2° regione – dopo Lombardia e prima di Veneto e Toscana – con un 2018 pieno di 85.823 infortuni sul lavoro, più 1.127 sull’anno precedente, ed un lutto pauroso “per i 115 incidenti con esito mortale” .
Infortuni che feriscono per il 36% lavoratrici ed il 64% lavoratori.
Anche il quadro del 1° trimestre di quest’anno, ci conferma il pesante 2° posto nazionale, con 20.428 infortuni in Emilia Romagna, appesantiti dalle 18 perdite di vita.
A questo già pesantissimo costo del “buon lavoro”, occorre aggiungere le tante migliaia di “malattie professionali“, riconosciute e registrate dall’Inail, che vedono ancora la nostra regione sul podio, col 2° posto nazionale, dovuto ai 6.388 casi nello scorso anno ed ai già 1.786 nel primo trimestre 2019.
Malattie cosiddette professionali, che trasformano le già dolorose convalescenze post infortuni sul lavoro, in lunghe e pesanti conseguenze che stravolgono le vite e che si trascinano per lunghi periodi nell’esistenza dei lavoratori colpiti.
Purtroppo, dati al netto dei casi non segnalati, perché avvenuti in condizioni di lavoro nero.
Un panorama che offende la nostra storia e che andrà con forza contrastato e ribaltato, valorizzando davvero il lavoro regolare, il lavoro sicuro, il lavoro legale.
Il sindacato lotterà per spingere il Governo a superare l’indifferenza e mettere in campo risorse, oggi purtroppo in calo, per più controlli ed ispezioni per la prevenzione e contrasto al lavoro nero e quindi insicuro.
Ma lotteremo e spingeremo anche nei territori, per attivare tavoli di confronto specifici, con le istituzioni e rappresentanze delle imprese, per il rafforzamento concreto di atti ed investimenti verso un lavoro dignitoso, sicuro, salutare e non violento.
I settori produttivi più esposti al rischio così diffuso di incidenti ed infortuni, vanno dall’edilizia al trasporto, dal lavoro agricolo all’industria e servizi…fino all’agroalimentare !
Un caso davvero emblematico e troppo concreto, è riassunto dalla dura ed attuale vertenza sindacale in Italpizza.
Uno dei punti proprio al centro della piattaforma Cgil riguarda appunto la “sicurezza sul lavoro e richiesta di incontro con la Direzione Italpizza“.
E’ passato un mese e mezzo e dall’Azienda ancora nessuna risposta!
I quattro punti proposti alla ditta ed alle coop di servizio – segnalati pure alla Direzione Ausl – sono così scritti e agli atti:
– valutazione quantità di infortuni e malattie professionali;
– rischi connessi alle modalità operative e spazi troppo angusti;
– forti disagi per le lavoratrici in ambienti saturi di olio vaporizzato;
– mancanze tecniche per arresto della produzione in casi di emergenza .
Inspiegabile ed inaccettabile il silenzio dell’impresa e conseguente vertenza sindacale, dura e concreta, che “sta dentro” ai pesanti risultati delle ultime tabelle Inail !
Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinamento legalità e sicurezza Cgil ER
Modena, 23/5/2019
- Visita anche la pagina del Dipartimento Salute e Sicurezza della Cgil
Servizio di Tv Qui Modena del 27/5/2019
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