20 Lug 2020 infortunio mortale, salute sicurezza,
Riguarda questa sentenza della Corte di Cassazione il ricorso di un medico del lavoro condannato nei due primi gradi di giudizio per il reato di omicidio colposo per avere cagionato per colpa consistita in negligenza, imperizia e imprudenza e per inosservanza delle regole che presiedono l’arte medica, la morte di un lavoratore dipendente di una azienda per la quale svolgeva la funzione di medico competente, nonché per avere omesso, nel redigere i certificati di idoneità lavorativa, di effettuare una adeguata valutazione dei risultati degli esami ematochimici e per avere omesso qualunque informazione e comunicazione dell’esito degli esami sopraindicati al datore di lavoro interessato e al medico curante, determinando così un ritardo diagnostico della patologia e compromettendo la possibilità di un intervento terapeutico che avrebbe potuto allungare la durata della sopravvivenza e migliorare la qualità della vita.
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