ELEZIONI POLITICHE 25 SETTEMBRE 2022, APPELLO AL VOTO DELLA CGIL

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Domenica 25 settembre i cittadini e le cittadine della nostra provincia saranno chiamati al voto per l’elezione del nuovo Parlamento.

La campagna elettorale, vissuta in maniera anomala nel pieno dell’estate dopo la crisi di governo consumatasi a luglio, si è sviluppata in una fase economica, sociale e politica di profonda incertezza e di grande preoccupazione per il futuro. La guerra in Ucraina, l’aumento incontrollato dei prezzi, il rischio di crisi energetica e produttiva, la coda della pandemia sono tutti elementi che schiacciano le speranze delle persone, ne appesantiscono la vita quotidiana e mettono in luce una società attraversata nel profondo dalle disuguaglianze e dalla iniquità.

Sono condizioni che vediamo con sempre maggior nitidezza anche sul nostro territorio, non immune e anzi sempre più coinvolto da processi che impoveriscono il lavoro, la sua qualità, la sua dignità; così come i processi che minano alla base la tenuta sociale e demografica della nostra provincia, con un invecchiamento sempre maggiore della popolazione e la difficoltà del sistema di welfare di dare risposte concrete e di prospettiva ai nuovi bisogni.

E’ per questo che la Cgil Modena ritiene innanzitutto fondamentale e doveroso recarsi alle urne. La democrazia non è solo un principio astratto o un modello di governo; piuttosto, è un processo quotidiano di partecipazione, è la voce di ogni singolo cittadino e cittadina che attraverso il voto esprime la sua volontà di prendere parte, di decidere, di influenzare il futuro suo e del suo Paese. Andiamo a votare, per evitare che la democrazia sia solo formale, ma che rappresenti davvero il diritto di tutti e tutte a partecipare alla vita e alle scelte del Paese per farne una comunità giusta, solidale e libera.
Votare significa anche difendere la Costituzione Italiana. E, prima di questo, vuol dire chiederne a gran voce la sua piena applicazione, a partire dal suo primo articolo, perché il lavoro (libero e in tutte le sue forme) sia davvero la base delle nostre strutture economiche sociali e giuridiche e che quindi gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate siano prevalenti nei confronti di quelli delle forze sociali con le quali il lavoro si trova in una naturale posizione di antagonismo.

Come Cgil Modena, rispecchiandoci nelle posizioni assunte dal nostro Comitato Direttivo nazionale, siamo ben consapevoli che l’esercizio del nostro ruolo voglia dire prendere parte, assumersi responsabilità e, forti della nostra autonomia di azione e di pensiero dalla politica, non essere mai indifferenti. Questo è l’unico modo che conosciamo per rendere il più efficace possibile la nostra spinta al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che rappresentiamo, verso un’idea di società alternativa a quella attuale.

Del resto, la nostra storia, le nostre radici affondano e traggono linfa tutti i giorni dai nostri valori fondanti: solidarietà, pace, ugugaglianza, giustizia sociale, antirazzismo, antifascismo. Perché questi valori, a partire dall’antifascismo, per la Cgil non sono una semplice bandiera, ma un progetto politico, una visione del mondo. E’ l’idea di un paese che respinge l’autoritarismo, mette al centro il bene collettivo, crede nella democratizzazione delle nostre strutture economiche, sociali e politiche, fa del lavoro il perno del nostro vivere comune e crede fortemente che la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, dei pensionati e delle pensionate, sia l’unico elemento in grado di garantire davvero la giustizia sociale nel nostro Paese.

Da qui discendono i contenuti e le proposte che abbiamo fatto vivere durante le ultime settimane sul nostro territorio, con iniziative, assemblee nei luoghi di lavoro, banchetti in piazza. Un percorso partecipativo che è culminato nell’assemblea nazionale di delegate e delegati del 14 settembre a Bologna e conclusa dal segretario nazionale Maurizio Landini. E qui, in tutti questi momenti, la voce è sempre stata una: salvaguardare la nostra autonomia per proporre una piena trasformazione sociale che ponga le sua basi sui diritti nel lavoro, sui diritti civili, sull’inclusione e sull’accoglienza, su uno stato sociale forte che contrasti le disuguaglianze economiche e sociali, su un fisco progressivo che abbia profonda funzione redistributiva, su un modello di sviluppo che si fondi sulla cura delle persone e dell’ambiente e non privilegi il profitto e l’incuria.

Per tutte queste ragioni, il voto del 25 settembre diventa decisivo: l’auspicio è che i valori antitetici a quelli che rappresentiamo non escano rafforzati dalle urne.

 

Modena, 23/9/2022

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