26 Lug 2024 calore sul lavoro, colpo di calore, effetti del caldo, emergenza caldo, emergenza calore, malattie da calore, rischio caldo, rischio esposizione alte temperature, rischio patologie da calore, rischio temperatura, salute sicurezza, stress da calore, stress termico, temperature alte,
Si è tenuto il 25 luglio presso l’assessorato al lavoro della Regione Emilia-Romagna un incontro per affrontare la problematica dello stress termico dovuto alla prolungata esposizione a sole e calore eccessivo per lavoratrici e lavoratori che operano nei cantieri edili, in agricoltura e nel florovivaismo. Le sempre più alte temperature estive mettono a dura prova le persone che operano in questi settori rendendo l’ambiente di lavoro estremamente pericoloso. L’esposizione prolungata al caldo estremo può infatti procurare stress termico a chi opera all’aria aperta: lavorare sotto il sole cocente, in condizioni di caldo estremo può portare disidratazione e colpi di calore, fonti di vertigini, confusione mentale, crampi muscolari fino ad arrivare a esiti che possono essere letali. Criticità a cui devono far fronte lavoratrici e lavoratori nelle giornate di caldo estremo che stiamo vivendo nella Regione Emilia-romgna. Le direttive INPS ed INAIL indicano il limite per lavorare in sicurezza in 35° gradi percepiti ed indicano la necessità di prevedere ore di casa integrazione al fine di coprire le ore più calde.
L’INAIL, attraverso il progetto Worklimate (INAIL-CNER), ha reso disponibile le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione al caldo per contenere tale rischio per i lavoratori, tanto più per chi svolge attività fisica intensa [link con i riferimenti per verificare le previsioni rischio caldo]
Sul sito web della Regione Emilia-Romagna è indicato che a partire da lunedì 29 luglio l’ordinanza regionale (n. 101 del 26/7/2024) prevederà il divieto di lavorare nei settori sopra indicati in condizioni di esposizione prolungata al sole e svolgendo attività fisica intensa, dalle ore 12.30 alle ore 16, nei giorni e nelle aree in cui le mappe nazionali online del rischio segnalano un livello “ALTO”.
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