GIORNATA MONDIALE SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO PALESTINESE (29 NOVEMBRE), LE INIZIATIVE DELLE ASSOCIAZIONI MODENESI. SI PARTE DOMANI CON IL FLASH MOB IN PIAZZA TORRE

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Si parte domani pomeriggio giovedì 29 novembre con il flash mob in piazza Torre con le iniziative per la giornata mondiale di solidarietà con il popolo palestinese (29 novembre), promosse dal Comitato Modena-Jenin, Cgil Modena, Nexus Emilia Romagna e le altre associazioni pacifiste modenesi, con il patrocinio del Comune di Modena.
In piazza Torre dalle 17.30 alle 18.30, si svolgerà un flash mob con la simulazione della striscia di Gaza coperta da decine di foto di denuncia delle devastazioni dell’operazione “Piombo fuso” (2008) e la grave situazione che vive il popolo palestinese. Gli attivisti si alterneranno con letture di brani, poesie e testimonianze dalla Striscia di Gaza per parlare del dolore di uno dei più grandi campi di concentramento a cielo aperto.

Il 7 dicembre sarà poi la volta del dibattito con Umberto De Giovannangeli, giornalista ed esperto di Medio Oriente e Islam, e Yousef Salman della Mezzaluna Rossa Palestinese delegato in Italia dal 1992. L’incontro si tiene presso la palazzina Pucci (via Canaletto 110) a Modena alle ore 20.45. Sarà proiettato il reportage fotografico di Mirca Garuti dell’Associazione Alkemia sui campi profughi palestinesi in Libano, realizzato a settembre 2018.

Infine, le associazioni modenesi hanno inviato ai Sindaci dei comuni capo comprensorio (Modena, Carpi, Vignola, Sassuolo, Mirandola, Pavullo, Castelfranco, San Felice, Formigine, Nonantola, San Cesario) e alle Unioni Comunali Terre di Castelli, Unione Terre d’Argine, Unione del Sorbara, Unione del Frignano, Unione Comuni Area Nord, Unione Distretto Ceramico, un ordine del giorno da far approvare in Consiglio comunale, in cui si esprime solidarietà al popolo palestinese, sostegno al diritto all’autodeterminazione senza interferenze esterne e alla creazione di uno stato nazionale, il diritto a fare ritorno alle proprie dimore e rientrare in controllo dei propri beni dai quali sono stati allontanati.

Le iniziative modenesi fanno parte della campagna di sensibilizzazione che si svolge anche in altre città italiane, e in tutto il mondo, sulla questione palestinese nella giornata del 29 novembre proclamata dall’Onu. Sono state presentate stamattina in conferenza stampa da Mofid Ghunaim della comunità palestinese a Modena, Fiorella Prodi Cgil Emilia Romagna e Nexus regionale, Leonarda Leonardi Associazione per la Pace, Franco Bertoni Comitato Modena Jenin, Anna Bonezzi Associazione per la Pace e Mirca Garuti di Alkemia (in foto).

Il 29 novembre l’Onu celebra la Giornata Mondiale di Solidarietà col Popolo Palestinese in virtù del mandato conferito dall’Assemblea Generale con le risoluzioni 32/40 B del 2 dicembre 1977, 34/65 D del 12 dicembre 1979 e successive risoluzioni adottate dall’Assemblea Generale sulla questione palestinese.
Questa è una data significativa per il popolo palestinese, perché nel 1947, l’Assemblea Generale adottò la Risoluzione 181, che divenne nota come la Risoluzione della Partizione, che stabiliva la creazione di uno Stato ebraico (56% della territorio della Palestina) e di uno Stato arabo (43%), con Gerusalemme (1%) sottoposta a regime internazionale speciale. Ma la realtà è molto distante dalle buone intenzioni, infatti dei due stati previsti dalla Risoluzione Onu, solo uno, Israele, ha visto la luce. Il popolo palestinese, attualmente di 8 milioni, vive diviso da varie generazioni, in parte sotto il regime dell’occupazione israeliana nei territori che appartenevano alla Palestina, racchiusi all’interno del muro dell’apartheid, in parte nei campi profughi, in Giordania, Libano, Siria, Gaza, senza diritti.

Dopo 70 anni la situazione palestinese non è ancora stata risolta ed il popolo palestinese resta privo di quei diritti che erano stati sanciti dall’Assemblea generale:
il diritto all’autodeterminazione senza interferenze esterne;
il diritto a indipendenza e sovranità nazionale;
il diritto di fare ritorno alle proprie dimore e rientrare in possesso dei propri beni dai quali sono stati allontanati.

Il Muro (barriera difensiva per gli israeliani, barriera dell’apartheid per i palestinesi) è una barriera di 730 km e 8 metri di altezza, costruita tra Israele e la Cisgiordania su territorio palestinese, cosparsa da torri di controlli ogni 300 metri e check point. Il check point di Qalandia è attraversato da 26.000 palestinesi ogni giorno (aperture e chiusure saltuarie).
La suddivisione in tre aree della Palestina a seguito degli Accordi di Oslo del 1993, prevede una zona A con pieno controllo dell’Autorità palestinese, una zona B con controllo civile palestinese e controllo israeliano per la sicurezza, zona C con pieno controllo israeliano che racchiude gli insediamenti israeliani su aree palestinesi e le aree sensibili dove sono presenti, fra gli altri, le risorse idriche.
Nelle carceri israeliane ci sono oltre 350 bambini palestinesi e 8 ragazze minorenni. In tutta la Cisgiordania vengono distrutti costantemente case, scuole e coltivazioni, soprattutto di ulivi, in violazione della IV Convenzione di Ginevra. Viene fatto un uso sproporzionato della forza e abuso della detenzione amministrativa da parte dell’esercito di Israele.

Gaza, è da tutti definita una “prigione a cielo aperto”. Una striscia sul mare con una superficie poco più di un quarto della Puglia, lunga circa 40 Km e larga tra i 5 e 12 Km abitata da 1.800.000 persone, di cui il 73% sono profughi. A Gaza l’elettricità arriva solo poche ore al giorno; dai rubinetti esce solo acqua salata; le miglia nautiche dalla costa concesse ai pescatori per la loro attività possono essere di 12-10-9-3 miglia, secondo la situazione, contro le 20 dovute dagli accordi di Oslo; il terreno è ancora contaminato da metalli pesanti ed altre sostanze tossiche, eredità dell’operazione Piombo Fuso del 2008.
La Marcia del Ritorno, iniziata il 30 marzo 2018, in occasione della Giornata della Terra, avrebbe dovuto concludersi il 15 maggio, 70° anniversario della Nakba (“La Catastrofe”, con la cacciata nel 1948 dei palestinesi dalle loro terre). Così non è stato: dopo il massacro del 14 maggio, con quasi 70 manifestanti disarmati uccisi dai tiratori scelti israeliani, la Marcia è proseguita. I morti, a tutt’oggi, sono circa 200. Migliaia i feriti.
Gaza si ribella perché sta soffocando e i suoi abitanti non hanno più niente da perdere. Benjamin Netanyau l’11 novembre a Parigi ha dichiarato: “Non c’è soluzione politica per Gaza”.
Dal 1951 ad oggi, sono 73 le risoluzioni Onu mai rispettate da Israele senza che questo abbia provocato sanzioni, come è stato fatto in altre circostanze.
Da Modena e dalle associazioni pacifiste di tutto il mondo arriva però il messaggio che per il popolo palestinese deve essere trovata una soluzione politica, con il coinvolgimento delle istituzioni internazionali, per prevenire estremismi e l’ulteriore degenerazione del conflitto in Palestina e in tutto il Medio Oriente.

 

Modena, 28/11/2018

 

conferenza stampa giornata solidarietà popolo palestinese, 28.11.18

 

 

VOLANTINO, flash mob 29.11 e dibattitto 7.12 (pdf)

 

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