26 Mar 2009
ILLUSTRATO ANCHE IL PROGRAMMA REGIONALE 2009-2011 PER L’INTEGRAZIONE SOCIALE DEI CITTADINI STRANIERI
A MODENA GLI IMMIGRATI SONO IL 9,9% DELLA POPOLAZIONE.
L’Osservatorio sull’immigrazione della Provincia di Modena oggi ha reso noto il Rapporto 2008.
A presentarlo nel corso di un incontro tenutosi presso il Palazzo dei Musei è stato il curatore Antonio Zacchia Rondinini. Nel corso dell’incontro è stato illustrato da Andrea Stoppini anche il Programma 2009-2011 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri varato dalla Regione a dicembre 2008. L’incontro è stato introdotto dall’assessore provinciale Gianni Cavicchioli e concluso dall’assessore del Comune di Modena Francesca Maletti. Vi hanno partecipato rappresentanze istituzionali, sindacali e culturali.
Una rapida sintesi del Rapporto 2008
Al 31 dicembre 2007 la popolazione straniera residente nella provincia di Modena si è attestata a 67.316 unità, pari al 9,9% della popolazione complessiva, l’1% in più dell’anno precedente.
Dal punto di vista demografico si conferma una delle principali leve di crescita della popolazione provinciale: dal 2000 si è moltiplicata di 2,6 volte, quasi 46.000 unità in più.
La prevalenza maschile rimane la caratteristica prevalente, ma si sta delineando un percorso di riequilibrio tra i sessi, sia per effetto dei nuovi ingressi per motivi di lavoro sia per le procedure di ricongiungimento familiare. Nel 1996 le donne erano il 40,8%; nel 2007 il 48,2% per un totale di 32.430 unità.
Sono 139 le cittadinanze rappresentate, di cui 39 dell’Africa, 13 dell’Europa non comunitaria a 25 Paesi, 23 dell’America, 24 dei Paesi Ue 25, 36 dell’Asia e 2 dell’Oceania, a cui si aggiungono i Paesi neocomunitari Bulgaria e Romania.
Modena è il comune con più cittadinanze rappresentate (127). Seguono Carpi (88) e Sassuolo (81).
Le zone geografiche di maggiore provenienza sono l’Africa (41,7%), l’Europa non comunitaria (21,9%) e l’Asia (17,9%).
La fasce di età prevalente sono quelle giovani e lavorative fino ai 50 anni, con una sostanziale assenza di persone nelle classi anziane.
I ragazzi fino ai 14 anni sono il 22,2% del totale degli stranieri, contro il 13,8% della popolazione complessivamente considerata. Fino ai 14 anni, dunque, ha la cittadinanza straniera più di uno su sei.
La quota di stranieri oltre i 65 anni è pari all’1,3%, contro il 20, 9% della popolazione complessiva.
Benchè rimanga maggioritario il peso delle fasce di età giovani e lavorative, emerge il primo progressivo invecchiamento della popolazione immigrata. Negli ultimi quattro anni gli ultraquarantenni aumentano più della fascia più giovane: +90% contro il +49% della classe di età 15-39 anni. Ciò è dovuto principalmente alla popolazione straniera femminile.
Rispetto agli italiani, l’età media è di quasi 13 anni oiù bassa per gli uomini e di 16 anni per le donne.
Sono 29.351 le famiglie con almeno uno straniero, pari al 10, 3% .
I matrimoni nei quali almeno uno dei coniugi è straniero rappresentano una delle novità più rilevanti emerse negli ultimi anni. Costituiscono, insieme all’indice di fecondità, uno dei più efficaci indicatori di stabilizzazione e integrazione. Secondo l’Istat, nel 2006, in provincia di Modena, i matrimoni misti sono passati dal 6,1% del 1998 al 20,5% del 2006.
Il numero di nati di cittadinanza straniera nel 2007 è di 1.513 unità, pari al 21,1% delle nascite complessive. Era del 14,3% nel 2002.
Rispetto a questo indicatore, Modena si colloca attualmente su valori ampiamente superiori alla media regionale (18,7%), ponendosi al terzo posto tra le province dopo Piacenza (23,3) e Reggio Emilia (22,3).
La percentuale di nati stranieri sale ulteriormente se si considerano i nati da coppie miste.
L’anno scolastico 2007/2008 conferma il rapido aumento degli iscritti stranieri. Il loro ammontare nelle scuole di ogni ordine e grado raggiunge le 12.542 unità, pari al 13% del totale.
Il fenomeno coinvolge maggiormente gli ordini della scuola dell’obbligo, che si attestano ampiamente sopra il 14%.
Nel 2007 gli occupati stranieri dipendenti presenti negli archivi Inail sono 47.833 unità pari al 18,6% del totale degli occupati. Nel 2000 erano il 9,8%.
Il valore di 18,6 stranieri ogni 100 lavoratori dipendenti è superiore alla media regionale (17,8%).
La quota più elevata di lavoratori stranieri la ragistrano l’industria e le costruzioni (50,1%). Seguono il commercio e i servizi (31,2), i servizi pubblici e sociali (11,2), l’agricoltura e la pesca (6,9) e altre attività non determinate.
Nel 2007 gli infortuni avvenuti e denuciati all’Inail da lavoratori stranieri sono 5.383. La provincia di Modena concentra il 18,7% degli infortuni registrati in regione, percentuale che cresce al 20,5% nel caso degli infortuni avvenuti a lavoratori stranieri.
Dal 2004 in avanti gli infortuni a stranieri si erano mantenuti sostanzialmente costanti sotto l’aspetto numerico, mentre è proprio il 2007 a registrare una prima inversione di tendenza, con una crescita di circa 600 unità, + 13% rispetto all’anno precedente, a parità di ammontare totale.
Ciò riprende una tendenza regionale dove, nel loro complesso, gli infortuni di lavoratori diminuiscono, al contrario di quanto avviene per la componente straniera (+10%9.
Nel 2007 gli stranieri che hanno usufruito di prestazioni ospedaliere sono 7.803, pari al 6,6% delle persone ricoverate, con una crescita di oltre l’85% dal 200 ad oggi.
Sono 104.578, il 12,2%, le prestazioni di pronto soccorso effettuate a stranieri su un totale di 855.296. Essi si rivolgono a questo servizio con frequenza superiore alla media della popolazione.
Rispetto alle italiane, la gravidanza delle immigrate è accompagnata da un minore impiego dei servizi sanitari. Avendo un’età media al parto più bassa sono meno soggette a problematiche fisiche.
Il Programma triennale 2009-2011 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri
Sono tre gli obiettivi strategici del Programma 2009-2011della Regione Emilia-Romagna per l’integrazione dei cittadini stranieri.
Il primo è la promozione dell’apprendimento e dell’alfabetizzazione della lingua italiana per favorire l’integrazione e consentire una piena cittadinanza.
Il secondo è la promozione di una piena coesione sociale attraverso processi di conoscenza, formazione e mediazione tra cittadini stranieri e immigrati.
Il terzo è la promozione di attività di contrasto al razzismo e alle discriminazioni.