27 Ott 2009
Un uomo è stato trovato morto sul barcone rimorchiato nel porto di Pozzallo, a Ragusa. Almeno 50 si trovavano in precarie condizioni di salute, a causa della mancanza di acqua e cibo durante i sei giorni di navigazione col mare in burrasca.
Sono stati soccorsi dopo un lungo peregrinare nel Canale di Sicilia i 299 migranti a bordo del barcone che per giorni è stato al centro di un caso internazionale. Purtroppo tra i migranti soccorsi c’è anche un morto. Si tratta di un giovane uomo il cui corpo era adagiato sul primo barcone rimorchiato verso Pozzallo, nel ragusano, da una motovedetta della Guardia di finanza.
Erano almeno 50 le persone che si trovavano in precarie condizioni di salute, a causa della mancanza di acqua e cibo durante i sei giorni di navigazione col mare in burrasca e su un barcone di 17 metri. Sotto osservazione – si legge in una ricostruzione dell’Ansa – in particolare le quattro donne in gravidanza e un uomo col braccio fratturato e in condizioni cliniche preoccupanti. Oltre a loro un numero imprecisato di stranieri e’ stato trasferito negli ospedali di Modica e di Ragusa.
“Si è trattato di una complessa e difficile operazione di soccorso in cui sono state salvate 299 persone”, ha dichiarato il Comandante Generale del corpo Pollastrini. “Un sentito ringraziamento – ha proseguito – va soprattutto al Comandante e all’equipaggio della motocisterna italiana Antignano dell’Armatore D’Alesio che, oltre a dare assistenza e fornire viveri agli occupanti dell’imbarcazione soccorsa, allo stremo delle forze, ha costituito un valido ridosso al mare in burrasca alla stessa imbarcazione, sino ad accompagnarla in acque più sicure”.
Secondo il sindaco di Pozzallo, Giuseppe Sulsenti, ‘ancora una volta Malta non li ha voluti, mettendone a rischio la vita. Pozzallo invece come sempre si sta facendo carico di un problema straordinario, pur di non far mancare il supporto logistico necessario a dare a questi disperati un minimo di assistenza’.
Sulla vicenda era intervenuta anche la Cgil: “Prima che si consumi l’ennesima tragedia chiediamo al governo di fare tutto ciò sia necessario per evitare che quelle persone siano in pericolo di vita, verrà poi il tempo per chiarire comportamenti, procedure e responsabilità di ognuno”, avevano affermato in una nota la segretaria confederale della Cgil, Morena Piccinini, e il responsabile immigrazione dell’organizzazione, Pietro Soldini.
Fonte: Rassegna.it, 26.10.2009