16 Ott 2019 banca d'Italia, denuncia, legalità, modena, paradisi fiscali, rapporto, riciclaggio, Uif,
Certi titoli sui nostri media locali sono sempre più ravvicinati, di qualche giorno e non più di settimane: “Truffa e riciclaggio, arrestato imprenditore castelfranchese”. “Operazione Cabriolet. Sgominata banda con imprese e pagamenti truccati, anche nel reggiano, parmense e modenese”. “Aziende fittizie,dai prosciutti ai condizionatori, auto e materiale edile” … e basta sfogliare che sempre più spesso ne leggi !
Anche in questa nostra regione emiliano-romagnola, sono purtroppo in crescita molto preoccupante i “peggiori” reati economici, strettamente connessi a reti organizzate e/o mafiose, all’abuso e truffa fiscale e contributiva ben curate da esperti consulenti, al crescente sfruttamento con lavoro nero/irregolare.
Un insieme scuro che danneggia sempre più la nostra economia pulita e le ditte in regola, che allarga le complicità imprenditoriali ed appesantisce le incertezze e ricatti di un lavoro precario crescente.
Tendenze e scivolate riconfermate dalla fresca uscita del Report UIF-Banca d’Italia, che aggiorna al vicino 1° semestre 2019 i dati che descrivono la “crescita delle segnalazioni di operazioni economiche sospette di riciclaggio“.
Un primo semestre ’19 che già vedeva – sfogliando l’altro report dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – il “primato delle aziende coop fasulle” in Emilia Romagna ed il raddoppio delle sanzioni per “appalti illeciti e caporalato” .
La relazione della Banca d’Italia ha il pregio utile di riportare in dettaglio le segnalazioni sospette, ricevute da ogni regione e da ogni provincia. Segnalazioni valutate “attendibili” e a rischio reale “medio-elevato” per l’ 84,5% dei casi esaminati !
Pertanto, dei nostri risultati regionali e provinciali, se ne deve ragionare a fondo ed agire con urgenza per un’efficace prevenzione, coinvolgendo concretamente le rappresentanze delle imprese e professioni, istituzioni locali, sindacati.
Nell’ultimo semestre, dalle banche, uffici postali e studi professionali delle province dell’Emilia Romagna sono state inviate 3.722 segnalazioni di sospette operazioni di riciclaggio illegale – ben 20,4 ogni giornata, domeniche comprese – e tenendo il 5° posto nazionale, dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto ( allegato-tabella 1 e 2).
Siamo però la “prima regione” che registra l’incremento di segnalazioni più elevato, del 11,8% rispetto al semestre precedente !
E con ben quattro nostre province che stanno ben oltre la media: Forlì col +30%, Modena +22,3%, Parma + 21,7% e Piacenza con + 21%.
Un quadro che pittura i tratti di una crescente economia irregolare e fuori legge, aggravato dalle pagine del report UIF che dipingono ogni provincia coinvolta nel “traffico dei bonifici monetari verso e/o provenienti dagli Stati cosidetti paradisi fiscali“.
Piacenza e Modena sono le più rosse per l’arrivo dei bonifici paradisiaci. Diventano cinque, aggiungendo Reggio, Bologna e Ferrara per il traffico in uscita verso i paradisi ! (allegato tabella 3).
Se questo Report semestrale aggiorna sulla dinamica delle segnalazioni sul sospetto riciclaggio, c’è poi il prezioso inserto de Il Sole 24 Ore di lunedì 14 ottobre 2019, che elabora e riporta i dati ufficiali del Dipartimento Pubblica Sicurezza ministeriale.
Dati che “vanno oltre” le segnalazioni sospette e che riportano le denunce effettive, quindi post/successive alle segnalazioni, per il reato di riciclaggio monetario.
Ben triste la tabella che elenca le prime “dieci province in Italia col maggior numero di denunce in rapporto alla popolazione residente”: purtroppo, quella modenese è esattamente al 5° posto nazionale !
I settori produttivi maggiormente coinvolti in questo crescente affarismo illegale, sono elencati a pag. 40 e confermano la preoccupante centralità per la nostra economia: edilizia, industria, agroalimentare, commercio, servizi, intermediari. Gli stessi settori ove crescono le dure vertenze sindacali !
Rami produttivi portanti; etica imprenditoriale in scivolo; lavoro più esposto e lavoratori più a rischio; radicamenti mafiosi facilitati; credibilità dello Stato democratico, centrale e territoriale, in evidente difficoltà. Su questi alcuni filoni portanti, da tempo il sindacato insiste nel chiedere Tavoli Istituzionali che, in ogni provincia, affrontino concretamente queste tendenze e le loro specificità territoriali.
La vera “prevenzione” sociale contro il crescente malaffare parte da lì e si rende concreta, credibile e diffusa.
Finora, siamo stati inascoltati. Ma l’aggravamento in corso,deve spingere le Autorità a recuperare.
Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità e sicurezza Cgil ER
Modena, 16/10/2019