12 Mag 2009
Alla Camera l’esecutivo ha posto la questione di fiducia sui tre maxiemendamenti al ddl sicurezza. Domani primo voto palese. Human Rights Watch: “Scorretta l’interpretazione italiana sui respingimenti”
Alla Camera, il governo ha posto la questione di fiducia sui tre maxiemendamenti al disegno di legge in materia di sicurezza. Lo ha annunciato oggi nell’Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. Alla notizia, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sospeso la seduta dell’assemblea e ha convocato una conferenza dei capigruppo per stabilire l’iter dei lavori. La conferenza dei capigruppo ha previsto per domattina alle ore 10.30 il primo voto di fiducia sul ddl. Le dichiarazioni di voto avranno inizio un’ora prima, alle 9,30. Gli altri voti avverranno a seguire nel corso della giornata. La votazione finale si terrà invece giovedì alle 12:30. I capigruppo hanno, inoltre, stabilito che il question time normalmente previsto il mercoledì si terrà giovedì pomeriggio.
La scelta dell’esecutivo di optare per il voto segreto, ha subito scatenato le proteste dell’opposizione. ‘Queste tre fiducie disattendono le sollecitazioni del Capo dello Stato e del presidente della Camera, e violano la logica su cui in quest’Aula si basa il voto segreto’. E’ stato questo il commento a caldo del capogruppo alla Camera del Pd Antonello Soro. “Il regime c’è, sta avanzando, sta strisciando nonostante le denunce dell’Onu, del Consiglio Ue, del Vaticano”, ha invece detto il vicepresidente dei deputati dell’Idv Fabio Evangelisti. “Nonostante ciò – ha proseguito il dipietrista – avete paura della vostra stessa maggioranza, di quelli che ancora possono professarsi liberali”. Quindi, si è chiesto Evangelisti, “dove sono quei 100 che avevano scritto una lettera scongiurandovi di non mettere la fiducia?”. E ancora: “State umiliando il governo e il paese”.
Secondo la maggioranza, invece, “è naturale anzi doveroso porre la questione di fiducia” sul ddl sicurezza “perché il governo deve riaffermare il proprio programma elettorale”. Lo ha detto il presidente dei deputati della Lega, Roberto Cota, difendendo il voto palese. “Noi manteniamo le promesse fatte ai cittadini”, ha aggiunto.
Intanto non si placa la buriana di polemiche sul “respingimento” dei barconi di clandestini nel canale di Sicilia. Silvio Berlusconi ha ieri escluso che sui barconi non vi siano persone che potrebbero godere di un diritto d’asilo. “Su questi barconi – ha detto il presidente del Consiglio, a Sharm el Sheikh per partecipare al vertice italo-egiziano – di gente che ha diritto d’asilo non ce ne e’ nessuno. Lo dicono le statistiche. Vi sono solo casi eccezionali”. Rispondendo alle critiche del Consiglio d’Europa, Berlusconi ha detto: “Non mi piace la parola respingimenti”. Quanto all’asilo, “ci sono leggi che ci impongono di farlo e diamo asilo a chi viene da Paesi dove non c’e’ liberta’ e dove c’e’ uno stato di polizia. Comunque – ha aggiunto – noi abbiamo sempre uno spirito umanitario”.
A rispondergli è stato in mattinata Dario Franceschini: ‘I barconi pieni di disperati sono stati trasformati in uno spot elettorale per le prossime elezioni, come se fossero un manifesto per raccogliere voti e questa e’ la cosa piu’ immorale’. Intanto, anche a livello internaizonale la vicenda continua a fare scalpore. Con i ‘respingimenti’ dei migranti l’Italia non rispetta le proprie responsabilita’ nell’ambito delle regole internazionali. E’ questa la critica espressa oggi dall’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch (Hrw) che definisce ‘scorretta’ l’interpretazione del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi delle regole in materia di rifugiati. “Il primo ministro italiano descrive in maniera scorretta gli obblighi dell’Italia’, si legge in un comunicato diffuso da Hrw. ‘Sembra che l’Italia stia tentando di riscrivere il diritto internazionale in tema di rifugiati’, dice Bill Frelick, direttore di Hrw per le politiche sui rifugiati’.
12/05/2009 10:56