12 Nov 2009
Thiaroye-sur-mer è un villaggio di pescatori, non lontano da Dakar, la
capitale del Senegal, con circa 45 mila abitanti. Per molte ragioni (in primo
luogo gli accordi sulla pesca stabiliti con l’Unione europea) dagli anni
’80 non è più possibile pescare con i metodi tradizionali. Così molti
uomini e ragazzi sono emigrati o hanno cercato di farlo, morendo nel tentativo.
Questo è il tragico conteggio degli ultimi anni a Thiaroye: 241 pescatori
morti al largo delle Canarie; 156 spariti in mare; almeno 88 i ragazzi rimasti
orfani; 374 minori trattenuti dalla polizia alle Canarie e altri 210
rimpatriati da lì.
Per far fronte a questa tragedia è nato il Coflec, “Collettivo di donne in
lotta contro l’emigrazione clandestina dal Senegal”. Una delle fondatrici,
Yayi Bayam Diouf, sarà a Imola il 17 novembre per raccontare cosa è stato
fatto e quali sono gli obiettivi futuri del Coflec che è oggi presente in 40
villaggi. Yayi Bayam porterà a Imola testimonianze dirette e un video sulle
contraddizioni sociali del Senegal, sulle nuove povertà, sul disagio che
spinge centinaia di giovani a emigrare su imbarcazioni di fortuna, nelle mani
di lobby potenti. Fra questi ragazzi c’era il figlio di Yayi Bayam: tre anni
fa partì dietro il miraggio dell’Europa, non è più tornato.
Yayi Bayam Diouf incontrerà la comunità senegalese (alle 19) e poi (ore
20,30) ci sarà un incontro pubblico a Trama di terre, in via Aldrovandi 31.
Centro interculturale delle donne, Coordinamento antirazzista di Imola e ChiAma
il Senegal