13 Mar 2009
Modena, 13 marzo 2009
E’ opportuno attendere di conoscere il merito e il dettaglio del provvedimento per esprimere un opinione corretta sul piano casa annunciato dal Governo. Posso solo auspicare che il Governo sia disponibile ad un confronto di merito convocando quel tavolo interministeriale sui problemi del settore edile richiesto da tutte le associazioni sindacali e datoriali col Protocollo siglato il 5 marzo scorso e che, sulla scorta di quel protocollo, si attivi un tavolo locale per affrontare le problematiche della provincia di Modena.
Stando alle anticipazioni che abbiamo potuto leggere in questi giorni, mi limito ad esprimere preoccupazione e perplessità sulla filosofia del provvedimento, che sembra rispondere ancora una volta ad una logica anticrisi basata su riduzione di regole e tutele.
Non è il bonus edificatorio in sé a destare preoccupazione, ma il fatto che non si pongano vincoli sociali o ambientali sufficienti e finalizzati al risparmio energetico, alla bioedilizia, a interventi di recupero e riuso urbano concertati con gli Enti locali.
Liberalizzare invece queste pratiche anche per semplici restauri, ampliamenti e nuove costruzioni rischia di deregolare completamente il sistema. A maggior ragione se, come sembra, si procederà anche all’abolizione delle licenze edilizie e ai condoni mascherati da ravvedimento operoso.
Il rischio che dobbiamo cercare di scongiurare è quello di avere pesanti ripercussioni anche sulla regolarità e sulla sicurezza del lavoro. Il settore dell’edilizia ha bisogno di risorse, ma insieme di regole efficaci ed esigibili a tutela della qualità del lavoro e dell’ambiente e questo per noi rappresenta un vincolo imprescindibile.
D’altro segno gli interventi previsti dalla Regione. L’Emilia-Romagna ha un propria politica per la casa e si è già dotata degli strumenti normativi per regolare le politiche abitative.
A livello nazionale ci pare che occorra una seria ed efficace semplificazione amministrativa, non azioni puramente de-regolative.
In questa fase di crisi, occorre concentrare gli sforzi, attivando investimenti con risorse certe agli Enti locali, consentendo flessibilità al Patto di stabilità per i Comuni virtuosi. Pare invece che la priorità del Governo sia quella di attuare uno strumento di contrasto alla crisi economica a costo zero per l’Esecutivo: le risorse annunciate sono i 550 milioni stanziati dal Governo Prodi, ma diluiti nel tempo, con una disponibilità da parte del Governo a mettere a disposizione subito solo 200 milioni di euro.
Sauro Serri, segretario generale FILLEA/CGIL Modena