04 Feb 2009
Vignola, 4 febbraio 2009
Nei giorni scorsi si è concluso l’iter secondo il quale i Comuni facenti parte della Comunità Montana Modena Est (Guiglia, Montese, Zocca, Marano sul Panaro) hanno deliberato la loro scelta rispetto alle opzioni previste nella proposta di riforma regionale delle Comunità montane emiliano-romagnoli, che determina nella nostra provincia la riduzione da 3 a 1 (da 18 a 9 a livello regionale).
Come Sindacato abbiamo condiviso complessivamente gli obiettivi della riforma sul riordino istituzionale che, fra gli altri, ha come obiettivi, quello di qualificare la funzionalità del sistema, elevare l’integrazione e innovare la governance allo scopo di fornire servizi e prestazioni più efficienti, più efficaci, riducendo gli oneri organizzativi e procedimentali.
A differenza dei comuni di Guiglia, Zocca, Marano, che con lo scioglimento della Comunità Montana Modena Est, sono orientati a confluire nell’Unione Terre dei Castelli piuttosto che dar vita ad una nuova unione, il comune di Montese ha escluso invece la possibilità di aderire alle Terre dei Castelli.
Di fronte a scelte non omogenee, la CGIL di Vignola chiede di essere coinvolta in un confronto.
“Da tempo – sottolinea Patrizia Palmieri responsabile della CGIL di zona – valorizziamo il ruolo che le Unioni dei Comuni possono avere nella loro capacità di unire risorse, progettualità, investimenti, nel rendere maggiormente efficiente la macchina organizzativa e quindi anche nell’ampliare le opportunità ed i servizi offerti ai loro cittadini, senza per questo esautorare il ruolo insostituibile dei Comuni, ma valorizzandolo in una più ampia progettualità e capacità”.
“Per questo, l’ingresso di tutti e 4 i Comuni all’interno dell’Unione Terre di Castelli, – prosegue Palmieri – ci pare il percorso aggregativo più opportuno, anche in considerazione dell’esperienza distrettuale finora positiva”.
Qualora venisse confermata la scelta per la quale solo Montese decidesse di aggregarsi alla Comunità Montana del Frignano, scelta comunque legittima, si aprirebbe poi la questione della possibilità di gestione, a livello distrettuale, di una serie di servizi, in particolare quelli socio sanitari e quelli alla persona, in cui un unico Comune, Montese, sarebbe fuori dall’Unione.