30 Mag 2020 asilo nido, cgil, comune modena, flc, fondazione cresci@mo, fp, modena, scuola infanzia, settore 0-6,
Ieri è stata approvata in Consiglio Comunale la delibera che avvia il percorso di esternalizzazione di due nidi, dalla gestione diretta del Comune di Modena alla Fondazione Cresciamo. Come Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale, Uil Modena e Reggio Emilia e le rispettive categorie della funzione pubblica e della scuola, pur rispettando la decisione democratica del Consiglio, avremmo preferito un esito diverso in questa vicenda e ribadiamo quanto già affermato con chiarezza e nettezza nel corso della vertenza, sia pubblicamente che negli incontri con il Comune di Modena: siamo contrari all’esternalizzazione, non condividiamo l’equazione esternalizzazione = innovazione, perché crediamo che si possa innovare anche all’interno del pubblico, crediamo fortemente nei servizi pubblici a gestione diretta e nel loro rilancio, vogliamo un sistema veramente integrato, dove al centro sia messa la professionalità di chi lavora e la qualità dei servizi erogati alle famiglie, ai bambini ed alle bambine modenesi.
La crisi di risorse che attraversano gli enti locali non può essere un alibi per far scivolare fuori da sé dei settori importanti della propria attività, soprattutto se tutto questo rischia di tradursi in un peggioramento delle condizioni contrattuali per le lavoratrici e dei servizi per le famiglie. Sulle risorse e gli investimenti, come già detto, siamo disponibili come Cgil, Cisl e Uil a chiedere di aprire insieme agli enti locali una vertenza a livello nazionale, in particolare rispetto ai contenuti del recente decreto Rilancio del Governo per rafforzarlo affinché ci siano più risorse per i nostri Comuni da spendere sui servizi, ma questo non può e non deve giustificare scelte che hanno un carattere politico.
Nel corso di queste settimane abbiamo manifestato queste posizioni, rivendicando con forza la necessità di aprire un serio confronto che ponga al centro della discussione quale modello gestionale si intende immaginare per il settore 0-6 nella città di Modena, nel presente e nel futuro, e quali condizioni economiche e normative per le lavoratrici ed i lavoratori. Occorre rimettere mano ulteriormente alle differenze contrattuali e retributive, anche in sede locale, discutendo sulle risorse destinate al sistema e richiamando tutti i gestori del sistema integrato ad una piena responsabilità, affinché ci sia coerenza tra le condizioni di quegli operatori che svolgono lo stesso lavoro e che hanno retto sulle loro spalle lo straordinario compito di offrire alla cittadinanza tutta, un servizio di cui essere orgogliosi. Chiediamo certezze rispetto all’occupazione, alla stabilità e continuità lavorativa; chiediamo risposte vere sulle retribuzioni, sulle risorse.
A livello locale chiediamo di giocare a carte scoperte e di affrontare davvero quale modello di gestione dello 0-6 si vuole utilizzare, in un confronto ampio e condiviso.
Abbiamo già avviato un confronto con il Comune su questi temi, che si spera possa essere ancora più serrato e concreto, anche perché abbiamo avuto la disponibilità a proseguirlo attraverso tre tavoli di confronto: uno sul tema degli organici e sulle stabilizzazioni, uno sul contratto di lavoro di Fondazione Cresciamo ed uno, più generale, sul modello gestionale.
Perché non basta esternalizzare sull’onda della crisi due nidi per immaginarsi un modello alternativo, in particolare se la stessa Fondazione che accoglierà questi servizi corre il rischio di non essere in grado di assicurare un livello organizzativo di programmazione e sviluppo sotto il controllo del pubblico che sia degno di questo nome. Fondazione che, lo vediamo anche in queste difficili settimane, sconta un deficit di autonomia gestionale, organizzativa ed economica, scaricando incertezze sulle lavoratrici e sull’organizzazione del lavoro.
In questa discussione vorremmo che il Comune si facesse garante insieme a noi ed a tutti i soggetti interessati di un processo che definisca con sufficiente nitidezza il raggio di azione del pubblico, la sua governance perché prima di tutto non vogliamo assistere alla messa a mercato di questi servizi, nella convinzione che non lo voglia tutta la società modenese. Questo perché crediamo e lotteremo sempre per il valore e la funzione universalistica e democratica dell’educazione e dell’istruzione che può essere garantita solo in un modello dove l’integrazione, che pure già esiste nei fatti, sia all’interno di un sistema a forte e salda conduzione e gestione pubblica, dove ci siano delle essenziali regole condivise che escludono discriminazioni sia nell’accesso ai servizi sia sulle condizioni di lavoro.
E’ una battaglia su uno dei fondamenti del nostro patto sociale a Modena e vogliamo continuare ad esserci, con le nostre idee e proposte per il bene futuro di tutta la comunità modenese.
Cgil – Fp Cgil – Flc Cgil
Modena
Cisl – Cisl Fp – Cisl Scuola
Emilia Centrale
Uil – Uil Fpl – Uil Scuola
Modena e Reggio Emilia