15 Feb 2022 coronavirus, inail, infortunio lavoro, salute sicurezza, tecnopatie,
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro la fine del 2021 sono state 555.236, 896 in più (+0,2%) rispetto alle 554.340 del 2020, sintesi di un decremento nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel semestre aprile-settembre (+21%) e di un nuovo calo nel trimestre ottobre-dicembre (-16%), nel confronto tra i due anni. A rilevarlo è il primo numero del 2022 di Dati Inail, mensile curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, che concentra l’attenzione sul tragico binomio pandemia-infortuni. Il riferimento agli infortuni, precisa la Csa, non è casuale. Da sempre, infatti, le patologie infettive contratte in occasione di lavoro – tra le quali, oltre al Covid-19, rientrano per esempio anche l’epatite, la brucellosi, l’Aids e il tetano – sono state inquadrate e trattate dall’Inail come infortunio sul lavoro, poiché la causa virulenta è equiparata alla causa violenta propria dell’infortunio, anche quando i suoi effetti si manifestano dopo un certo periodo di tempo.
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